“Vai a rubare ma i soldi a questi glieli devi dare. Comunque, devi stare attento per la tua famiglia”. Inoltre, vantavano di avere amici “appartenenti” alla criminalità “pronti ad intervenire in quanto aveva mancato di rispetto”. Queste alcune delle minacce rivolte da alcune delle dieci persone indagate per usura ed estorsione alle vittime. Commercianti, professionisti e imprenditori che versando in uno stato di estremo bisogno finanziario avevano chiesto dei prestiti ignari che avrebbero dovuto versare interessi che raggiungevano il 120%. In manette, questa mattina, è finito Nicola Attianese, 47 anni, residente a Pontecagnano, con precedenti per furto e detenzione di sostanze stupefacenti. L’uomo, è stato arrestato dai carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari, Pietro Indinnimeo, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Vincenzo Senatore, titolare dell’inchiesta. Nei guai è finito anche un carabiniere che, all’epoca dei fatti, prestava servizio presso la stessa sezione operativa di Salerno e che ha condotto le indagini. Al militare sono stati contestati i reati di rivelazione del segreto d’ufficio. Secondo la Procura, il militare avrebbe fornito all’arrestato informazioni coperte da segreto investigativo. Inoltre, è accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici e truffa in danno dello Stato. A suo carico è stata applicata la misura dell’interdizione dallo svolgimento delle pubbliche funzioni per mesi sei. In tutto sono dici le persone indagate. Almeno cinque le persone sottoposte ad usura.
Le indagini, partite nell’agosto 2017, traggono origine da una denuncia presentata da una vittima di usura dalle cui dichiarazioni è stato possibile riscontrare come quest’ultimo, a fronte di un prestito di circa 2mila euro, era stato costretto, mediante minacce gravi di estorsioni personali e familiari, a versare – solo a titolo di interesse usuraio – pari ad oltre il 120% annuo, la somma di circa 4mila euro. La insostenibilità delle richieste di denaro ha portato la stessa vittima (denunciante) a disvelare il collaudato sistema delittuoso nel quale sono state coinvolte, così come accertato nel corso delle indagini, in qualità di vittime, almeno 5 persone, anch’esse soggette ad usura ed estorsione, tra i quali imprenditori e liberi professionisti. Il ricavato dell’attività delittuosa veniva reinvestita in oggetti preziosi ed immobili, poi sottoposti a sequestro. Il gip ha inoltre disposto il sequestro del provento dei delitti di usura ed estorsione per l’importo complessivo di circa 47mila euro.
L’intera attività investigativa è stata portata avanti sia attraverso audizione delle persone offese, le intercettazioni telefoniche che attraverso l’acquisizione della documentazione bancaria.
Le minacce di morte erano diventate un vero incubo per le vittime. Una volta, una vittima, contatto i carabinieri riferendo di essere stata minacciata da Attianese e che temeva per il figlio e la ex moglie. I carabinieri intervenuti nei pressi dell’abitazione di questi effettivamente vi trovarono Attianese in compagnia di un soggetto noto alle forze dell’ordine. Ai militari l’arrestato disse di trovarsi in quel luogo per ragioni di famiglia.