Benevento

Per il “Giorno del Ricordo”, dedicato alla tragedia patita dagli italiani di Istria e Dalmazia alla fine del secondo conflitto mondiale, si è svolta nell’Aula Magna del Liceo Scientifico “Rummo” di Benevento, l’incontro con la giornalista e scrittrice Anna Maria Mori che ha portato la propri testimonianza su quei giorni rievocati nel suo libro “Bora. Istria, il vento dell’esilio” (Marsilio Editore).

La riunione con gli studenti del “Rummo”, promossa dalla giornalista Enza Nunziato, con la cooperazione del Club Lions Host, del Circolo Manfredi, della la Dirigente scolastica, Teresa Marchese, e i Docenti del “Rummo”, con il patrocinio della Provincia, ha discusso su una pagina di cui nel nostro Paese si parla sempre con grande difficoltà (quando se ne parla).

Enza Nunziato, presentare la discussione, ha dichiarato che è fondamentale che le giovani generazioni possano discutere ed approfondire i temi della realtà storica anche del nostro Paese che vengono spesso sottaciute; e che la memoria storica non è una pura e semplice e trasmissione di dati e nozioni, ma un vero motore di valori etici e civili per creare una cittadinanza attiva capace di far rispettare la dignità delle persone ed il valore sacro della vita al di là di ogni condizionamento ideologico.

Nicola Lauro, Presidente del Club Lions Host, ha affermato di aver aderito all’iniziativa di ricostruzione di una pagina storica dell’Italia e delle popolazioni dell’Istria e della Dalmazia per affermare il valore della conoscenza capace di rendere responsabili e consapevoli le giovani generazioni.

Il Presidente della Provincia Antonio Di Maria, impossibilitato a presenziare, ha inviato un messaggio alla Mori sottolineando il dovere delle Istituzioni e della Scuola di coltivare la memoria di fatti storici così spaventosi come quelli dell’Istria e della Dalmazia e che, purtroppo, sono ricorrenti nella Storia dell’Umanità a tutte le latitudini e longitudini.

Anna Maria Mori, anche leggendo alcune pagine del suo libro, scritto insieme a Nelida Milani e con una Prefazione dello storico Guido Crainz, ha sottolineato come per un lunghissimo tempo ella stessa ha dovuto rinnegare le proprie origini ed evitare così il conflitto con quella parte assai rilevante dell’opinione pubblica italiana che nutriva pregiudizi nei confronti dei profughi istriani e dalmati e degli stessi infoibati, tutte vittime delle armate titine e jugoslave.