Atripalda

Atripalda aspetta il Giro d’Italia. Con ansia da un lato e preoccupazione dall’altro. Ansia perché c’è voglia di partecipare ad una grande festa, preoccupazione perché le insidie ed i disagi sono molti.

Ma procediamo con ordine.

La città già dalle prime luci dell’alba sarà ‘blindata’. Su tutta Piazza Umberto I è stato istituito un divieto di sosta e circolazione che varrà dalle nove alle quattordici perché è prevista una tappa della ‘carovana del giro’, uno spettacolo itinerante proposto dagli sponsor della corsa che precede di circa un’ora e mezza il serpentone dei ciclisti. Sulle altre strade il divieto di sosta e circolazione scatterà più o meno un’ora dopo. In attesa che intorno all’una i circa duecento ciclisti che si contendono la maglia rosa percorrano i circa tre chilometri del tratto cittadino. E quello sarà l’apice della festa.

Gli uomini complessivamente impegnati per garantire la sicurezza saranno più di cinquanta fra carabinieri, vigili urbani, volontari della Misericordia e della Protezione civile, carabinieri in congedo e così via. Il comandante della stazione dei carabinieri di Atripalda, il maresciallo Costantino Cucciniello, ed il comandante della Polizia Municipale, il capitano Vincenzo Salsano, hanno lavorato gomito a gomito per mettere a punto tutti i dettagli e coordinare le risorse a disposizione. Le criticità sono molteplici: la sicurezza delle intersezioni con il tracciato per impedire che vetture o pedoni attraversino il percorso della corsa; alcune asperità delle strade che ancora permangono; lo svolgimento di circa quaranta Prime Comunioni fra la chiesa di Sant’Ippolisto e quella di Maria SS. del Carmine che comporta una preoccupazione aggiuntiva per il deflusso dei familiari, accanto a quella che l’unica farmacia di turno è in via Aversa, una strada limitrofa al cuore del tracciato.

In queste ore è in atto una definitiva ricognizione del tracciato da parte dei tecnici, a cui ha preso parte anche l’assessore Fabiola Scioscia, delegata alla Protezione civile, per verificare i punti di criticità. Ed, infatti, in alcuni casi, a 24 ore dal passaggio dei ciclisti è stato necessario procedere con ulteriori rappezzi (nella foto).

Gianluca Roccasecca