Ariano Irpino

Fu assassinato nei sotterranei di una scuola, posta su un'isola nel cuore di Amburgo. Con lui vennero uccisi altri 19 bambini ebrei, nove maschi e dieci femmine, di vari paesi europei. Morirono perché erano diventati prove compromettenti, da far sparire. Tra questi vi era anche Sergio De Simone, unico bambino napoletano morto in quell’orrore.

La testimonianza toccante del fratello Mario, giunto in Irpinia nella scuola Covotta per incontrare gli studenti. 

"Ho tre figli, sono un padre, pensare che un bambino inerme, che dagli adulti si aspetta solo del bene, venga ucciso in quel modo, è assurdo, provo solo un grande senso di pena. 

L'iniziativa di Ariano, fortemente voluta dall'insegnante Maria Carmela Grasso, rientra nelle celebrazioni in programma in tutta Italia in occasione della“Giornata della Memoria” fissata come ogni anno, il 27 gennaio. Particolarmente significativa la mostra di disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin.

Mario è un testimone vivente della Shoah, che si batte soprattutto nelle scuole per tenere sempre viva e alta l'attenzione su ciò che è accaduto. "Un giorno moriremo anche noi e alle giovani generazioni quindi è affidato oggi il compito di non far disperdere la storia di questi crimini."

Sergio de Simone è italiano. Nasce a Napoli il 29 novembre 1937. E' il sole per mamma Gisella, che a casa suocera e parenti del marito chiamano “l’ebrea”.  Il suo nome appare in un raro referto medico, uno dei pochi documenti che non sia stato distrutto (le SS, infatti, prima di abbandonare il campo di sterminio il 17 gennaio 1945, bruciarono tutte le prove che attestavano quanto successo ad Auschwitz-Birke- nau). Il documento è datato 14 maggio 1944, e riferisce di una visita alla gola. Si tratta di una prova importantissima, in quanto conferma la presenza dei bambini di Bullenhuser Damm nel campo di Birkenau.