Avellino

Un viaggio nel dolore e nel coraggio di tutti i giorni rappresentato in maniera magistrale, dando nuova vita e nuove forme a storie vissute e a uno spaccato della società. Vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi. Domani, martedì 5 febbraio alle ore 21.00, al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino va in scena “Dieci storie proprio così - terzo atto”.

Lo spettacolo nasce da un’idea di Giulia Minoli che ne ha curato anche la drammaturgia insieme alla regista Emanuela Giordano. In scena Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Maria Chiara Augenti, Valentina Minzoni e Alessio Vassallo, accompagnati da Leonardo Ceccarelli (chitarre) e Paolo Volpini (batteria). Musiche originali Tommaso Di Giulio.

Il progetto è partito nel 2012 scavando nella memoria, per ricordare chi ha combattuto le mafie. “Questo inizio – spiegano i protagonisti - costituisce l'ossatura imprescindibile della nostra esperienza. Da allora abbiamo viaggiato in tutta Italia, approfondendo il tema della lotta alla criminalità organizzata grazie all'aiuto di alcune università italiane e ai tanti testimoni che ci hanno raccontato le loro storie. Sono più di cinquanta le persone che abbiamo conosciuto e cogliamo l'occasione per ringraziarle: sono stati incontri importanti, ci hanno permesso di accrescere la nostra consapevolezza. Vogliamo raccontarvi un'Italia poco conosciuta: il sindaco che combatte le logiche mafiose che intossicano la sua città, il commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, il giornalista, il collaboratore di giustizia, il testimone”.

Il palcoscenico della legalità è un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile. Sono coinvolte le maggiori Istituzioni teatrali d’Italia, le associazioni impegnate nell’antimafia e quelle che lavorano per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Il progetto nasce nella sua prima forma di spettacolo, “Dieci storie proprio così”, dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di mafia, camorra, criminalità e con i responsabili di cooperative e associazioni che sulle terre confiscate alla mafia hanno costruito speranze, lavoro, accoglienza, idee. Più di 48.000 gli studenti coinvolti nei laboratori propedeutici attivati. Mentre, parallelamente, si è sviluppato il progetto di formazione sui mestieri del teatro negli Istituti Penitenziari Minorili di Airola (BN) e Malaspina (PA), da cui sono nati gli spettacoli “Aspettando il tempo che passa” nel carcere di Airola, Fiesta al Malaspina di Palermo e il brano rap Puortame là fore interpretato da Lucariello e Raiz. Nel 2017 è stato realizzato un film documentario, Dieci storie proprio così, coprodotto da Jmovie e Rai Cinema, che percorre le tappe del progetto. La rete di associazioni che oggi sostiene le varie fasi di questo esperimento nasce dalla volontà di Giulia Minoli, con Co2 Crisis Opportunity Onlus, di creare un legame di progettualità e collaborazione.

 

Le storie e le associazioni

Bruno Caccia: procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983. La controversa storia dell'unico omicidio di 'ndrangheta nel nord Italia.

Cortocircuito: è un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari. Nasce nel 2009 come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Attraverso delle video-inchieste e dei reportage ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.

Giovanni Tizian: è un giornalista calabrese, si trasferisce in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre, un funzionario di banca che non si era piegato alla ‘ndrangheta. Ha iniziato a scrivere con la Gazzetta di Modena nel 2006 conducendo inchieste sulle infiltrazioni mafiose. Dal 2011 vive sotto scorta.

Gaetano Saffioti: imprenditore edile calabrese. Per anni subisce le violenze della ‘ndrangheta, fino a quando decide di denunciare per riconquistare la propria libertà, diventando testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta, ma continua a lavorare in Calabria. Gabriella Augusta Maria Leone: sindaco di Leinì, comune in provincia di Torino. La storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose. Maria Stefanelli: la prima donna testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta al nord appartenente a famiglie mafiose. Vive con la figlia sotto protezione dello Stato ed è testimone al maxiprocesso Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte.

Sanitaensamble: orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli - un quartiere spesso associato a storie di degrado e marginalità - che offre a bambini, adolescenti e giovani una formazione musicale di alto profilo. Federica Angeli: giornalista di La Repubblica che vive ad Ostia, il municipio di Roma sciolto nel 2015 per infiltrazioni mafiose. Per le sue coraggiose indagini e denunce oggi vive sotto scorta.

Cooperativa sociale La paranza: nata nel 2006 da un gruppo di ragazzi e ragazze del Rione Sanità di Napoli, ha contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del quartiere. Negli anni hanno progettato e sviluppato percorsi formativi e processi di inserimento lavorativo, di scambio e di networking fra persone, enti ed associazioni. Fiume in piena: movimento popolare che raccoglie cittadini, studenti, associazioni provenienti dal triangolo della Terra dei Fuochi, in prima linea nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente.

La fattoria di Masaniello Ristorante - Pizzeria Etica: nasce nel quartiere Pilastro di Bologna e coinvolge lavoratori svantaggiati e una rete di associazioni e cooperative del territorio con cui mette in campo attività educative, formative e culturali. Per la sua cucina utilizza prodotti realizzati da cooperative sociali che lavorano su terreni confiscati alle mafie. L’Associazione Figli in Famiglia: ha creato un centro di aggregazione minorile in un appartamento confiscato al clan Mazzarella a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli.

Nicoletta Polifroni: calabrese, ha studiato legge a Bologna. Nel 1996 suo padre, un imprenditore edile, è stato ucciso dalla ‘ndrangheta perché si rifiutava di pagare il pizzo. Tamara Ianni: collaboratrice di giustizia di 29 anni e testimone chiave nel processo al clan Spada. Per la sua testimonianza oggi vive in una località protetta. Il prossimo appuntamento, sabato 9 alle ore 21 e domenica 10 febbraio alle 18.00, è con “Così parlò Bellavista”. Una commedia che nasce dall’adattamento del film e del famoso romanzo di Luciano De Crescenzo realizzato da Geppy Gleijeses e Alessandro Siani. Protagonisti lo stesso Gleijeses, Maurisa Laurito e Benedetto Casillo.