Avellino

Condividere con tutti gli attori del territorio soluzioni e interventi per far fronte alla crisi che continua ad attanagliare il Salernitano. È questa la proposta che Arturo Sessa segretario provinciale della Cgil Salerno. Politica, università e impresa la triade solare da cui partire per far sì che capoluogo e provincia crescano, in un certo senso rinascano. La precondizione, quindi, data la situazione "è quella di difendere quello che c'è è che garantisce un Pil alla provincia di Salerno. E questo vale – aggiunge il segretario – per l'industria manifatturiera e agroalimentare. Crediamo, inoltre, che la politica degli sgravi non avrà efficacia se non legata all'occupazione giovanile e stabile in termini strutturali e non con interventi a pioggia evitando ogni forma di precarietà”.

L’elezione del nuovo segretario Landini accende un faro. Si spera che la nuova fase possa creare maggiore dialogo con le altre forze.

Segretario la Campania resta ancora al palo per le politiche attive di rilancio e crescita. Cosa fare?

Un’Altra precondizione è quella della necessità di un intervento pluriennale che deve interessare il Mezzogiorno con risorse aggiuntive che si debbono sommare ai fondi europei e ai finanziamenti regionali, un pacchetto complessivo che deve mettere in condizione la Campania e il Sud a recuperare i gap che esistono con il Nord".

Quale sarà la tabella di marcia per programmare gli interventi?

SI parte dalla messa in sicurezza del territorio, realizzazione o potenziamento delle infrastrutture, ammodernamento delle reti fognarie e idriche e una profonda riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico.

Il nuovo segretario che ruolo giocherà?

Secondo noi il compagno Landini conosce bene l’intero territorio e con noi ha già intrapreso iniziative dedicate alla tutela e rilancio dell’apparato industriale. Penso all’area dell’ agro-nocerino-sarnese e alla zona di Battipaglia. Si registra una costante impennata della crisi. Bisogna attuare interventi mirati ed efficaci.

Una provincia estesa come quella salernitana. Da dove si parte?

Insistiamo da tempo sul potenziamento del porto, dell'aeroporto nell'ottica di una logistica capace di creare valore industriale e sviluppo occupazionale. Interventi che assicureranno un'ordinarietà capace di rendere il territorio attrattivo perché le vocazioni del territorio vanno trasformate in quella progettualità che, in termini di stabilità dia opportunità certe al territorio.

Sullo sfondo la programmazione Zes . 140 milioni del Patto della Campania per la zona economica speciale….

Esatto con la riqualificazione dell'area portuale e retro portuale. Operazione necessaria che potrà davvero cambiare  i nostri destini in termini di sviluppo, occupazione, crescita.

Segretario, quali sono i data sull’occupazione.?

In linea, tristemente, con le altre province guardando alla sola Campania il 40 per cento dei giovani non ha un lavoro e abbiamo un dato per le povertà che si attesta intorno al 30-35 per cento. Con la crisi ancora pressante e presente i temi dello sviluppo non possono essere più rimandati immaginando un futuro che ridia valore al lavoro salvaguardando le tutele e i diritti stabili e duraturi dei lavoratori di Salerno e provincia. In una società che invecchia meglio e sempre di più, ma che pone anche una serie di domande e di richieste che non hanno trovato ancora risposte idonee, quindi dobbiamo pensare che si debba guardare con attenzione a questi settori, tanto alla rete ospedaliera per la tutela della salute, nonché agli ambiti e piani sociali di zona, oggi sotto attacco, ma che potrebbero sviluppare capacità notevole di occupazione di qualità.

Segretario, sullo sfondo i casi delle Fonderie Pisano e della Treofan…

Due casi diversi. Ma che impongono una riflessione sul rischio concreto del tracollo occupazionale nel salernitano. La Treofan non è in crisi con un bilancio in attivo e un ricco pacchetto di commesse. Intanto si parla di licenziamenti collettivi. Si sta spostando la produzione e anche Terni, a mio parere, rischia. Poi il caso Fonderie. Una delle più antiche che conserva marchio e stampi. ci sono oltre 40 milioni di investimenti, ci sono i soldi per messa a norma. Perchè sciupare un’occasione così preziosa?