Avellino

 

La giustizia amministrativa e quella penale continua ad interessarsi della prossima tornata elettorale in Campania per il rinnovo del Consiglio regionale. Da un lato la questione degli impresentabili spuntati nelle liste di centrodestra e centrosinistra con Caldoro e con De Luca, dall'altra una pioggia di ricorsi al Tar che costringono i giudici allo straordinario.

I candidati che negli ultimi giorni hanno riempito le pagine politiche dei giornali formano loro malgrado una black list che ora è al setaccio dell'antimafia.

Un'elenco che si allunga di ora in ora, perché ci sono scheletri più o meno in ogni armadio.

Sul tavolo di Rosy Bindi c’è un fascicolone con i curriculum di inquisiti, fascisti, presunti amici di Gomorra e trasformisti che verranno valutati dalla commissione parlamentare. Un organismo che tra i suoi compiti costitutivi annovera quello di “indagare sul rapporto tra mafia e politica, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive”.

Ci sarà dunque una scrematura delle liste, assicurano da Roma, ma qui a sud la campagna va avanti a modo suo. L’intento- dicono sempre da Roma - non è certo quello di condizionare il voto, ma di fornire agli elettori un vademecum che consenta di tracciare una linea netta tra i candidati puliti e gli altri, i cui nomi non andrebbero scritti sulla scheda. Sulla base di questo principio è stata avviata un’inchiesta interna al Pd, i cui risultati saranno resi noti si spera prima delle regionali del 31 maggio.

E a proposito di schede. Entro le prossime ore il Consiglio di Stato dovrà esprimersi sul ricorso presentato a Salerno dalla lista “Sud con De Luca” che ha bloccato la stampa delle schede elettorali. Il nodo da sciogliere è sulla disposizione delle liste che indicava per primo il Movimento 5 stelle, poi Caldoro con le sue liste collagate, Vozza per Sinistra al lavoro, la lista Mo' e infine, ultima colonna a destra della scheda, il candidato Vincenzo De Luca con le 9 liste collegate. Una beffa per chi ha scelto lo slogan Mai più ultimi, fastidiosa probabilmente come quella caduta accidentale che ieri ha procurato all'ex sindaco di Salerno una frattura al pollice sinistro.

Nel frattempo nel Nuovo Centrodestra arriva la tegola.

La Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per il candidato irpino Pietro Foglia, presidente uscente Ncd del consiglio regionale, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese di palazzo Santa Lucia. Il reato ipotizzato nei suoi confronti è il peculato in concorso con l’autista. Non solo false ricevute per l’acquisto di carburante dunque ma anche per l’acquisto di giornali. Non c'è traccia però dell'altra accusa di falso materiale. In totale Foglia avrebbe percepito indebitamente dalla Regione 12.457,61 euro.
La notizia sembra non aver intaccato nemmeno un po' la campagna elettorale di Foglia che ha incassato applausi scroscianti all'Hotel de la Ville di Avellino e una difesa d'ufficio di tutto rispetto pronunciata dal sottosegretario Renato Schifani:
“Sarà la storia dei singoli a parlare, e poi si tratta di una richiesta di rinvio a giudizio, che si è già smontata. Sono certo che un giudice terzo saprà cogliere in questa vicenda l'insussistenza delle accuse”.
 
E' andata meglio all'ex sindaco di Pagani e consigliere regionale di Fratelli d'italia, anch'egli ricandidato, Alberico Gambino. Per lui la Cassazione ha rinviato la decisione sul procedimento penale in corso. Il politico salernitano è coinvolto nell'ambito dell'inchiesta Criniera per presunti legami con clan camorristici. Se ne parlerà dopo il voto. 

Rossella Strianese