In tempi in cui si parla solo di cantieri, grandi opere e analisi costi benefici, è utile provare a guardare a quelle infrastrutture che già esistono e agli interventi che andrebbero realizzati per farle funzionare bene. Il rapporto di legambiente Pendolaria 2018 ci aiuta a capire in che stato sono i nostri mezzi di trasporto su rotaie, treni e metropolitane, una fotografia non proprio impietaosa che però ci restituisce ancora una volta la misura del divario tra nord e sud.

In Campania abbiamo assistito ad un aumento del costo dei biglietti di circa il 48 per cento a fronte di un calo del numero di pendolari. Da 467.000 a 308.400 le persone che ogni giorno usano i treni per spostarsi. E lo fanno su mezzi ancora troppo vecchi: 370 treni in circolazione sulla rete regionale denunciano un’età media di 19,8 anni, il 65,6% dei treni ha più di 15 anni di età. Un abbandono progressivo del servizio di trasporto pubblico causato anche dalla sfiducia e dai disservizi. Tutto questo si traduce in un maggiore uso dell'auto e aumento dell’inquinamento.

Gli investimenti ci sono stati, ma secondo Legambeinte sono ancora insufficienti per recuperare il gap con le altre regioni. Nell'ultimo biennio la campania ha investito nel trasporto su ferro circa 660 milioni di euro, terza dopo la Lombardia e la provincia autonoma di bolzano.

In tutto 84,2 milioni destinati a Trenitalia per l’acquisto di 12 treni Jazz ed il proseguimento del piano di rinnovamento della flotta EAV, con 47,5 milioni per l’acquisto di 26 nuovi ETR. a questo si aggiunge il revamping di altri 37 treni per le linee Vesuviane, 12 nuove unità di trazione e 14 convogli revampizzati per le linee Flegree, il revamping di altre 12 motrici per la linea Piscinola-Aversa, e per le linee suburbane altre 7 unità di trazione nuove ed il revamping di 3 convogli.

L’allarme vero però per i pendolari viene dalle risorse previste per il servizio regionale, perché potrebbe portare ad un taglio di treni nel 2019. Le risorse trasferite dallo Stato alle Regioni per il 2019 saranno meno che lo scorso anno (mancano 56 milioni di Euro, 4.876 milioni contro 4.932), ma a preoccupare è soprattutto una clausola di salvaguardia prevista nella Legge di Bilancio (articolo 1, comma 1118). In sostanza a Luglio si effettuerà un monitoraggio della situazione della finanza pubblica e se l’esito sarà negativo (come sembra profilarsi dai dati che circolano) vi sarà un taglio automatico di 300 milioni di Euro dalle risorse per la mobilità locale, e dunque il rischio è che vi sarebbe una riduzione di circa il 6,1% dei trasferimenti alle Regioni con conseguenze sul servizio e taglio dei treni in circolazione già dafineanno, a meno che tra Stato e Regioni non si intervenga con ulteriori risorse.