Faicchio

Prima l'incendio dell'auto di un collaboratore, poi, dopo qualche giorno, il 'messaggio' diretto:  l'esplosione di una bomba dinanzi all'azienda per la quale lo stesso opera.

Due attentati con una probabile, unica matrice legata all'attività di quella ditta che a Massa di Faicchio vende pneumatici e funge anche da officina meccanica. Sarebbe questa la pista maggiormente battuta nelle indagini su quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorso.

Quando, come si ricorderà, la deflagrazione di un ordigno aveva sventrato gli uffici dell'impresa. E' l'ipotesi più accreditata, a quanto pare, dalla polizia, impegnata a definire il movente e a risalire all'autore di un gesto che ha inevitabilmente creato preoccupazione nell'opinione pubblica, già costretta, dall'inizio dell'anno, a fare i conti con altre intimidazioni.

Un'ipotesi che non esclude, ovviamente, le altre, a cominciare da quella estorsiva: il tentativo di imporre il pagamento di una tangente. Un fenomeno criminoso che rappresenta uno dei 'marchi' della criminalità nella nostra provincia.

La titolare dell'azienda finita nel mirino avrebbe però spiegato di non aver ricevuto minacce o richieste di denaro, offrendo al vaglio degli investigatori alcune circostanze che, se confermate, rimanderebbero, appunto, ad implicazioni lavorative. Quella ditta dà fastidio?