Carife

A Carife, nel cuore delle aree interne della Campania si inaugura il Museo Archeologico della civiltà preromana della Baronia.  Domani venerdì 11 gennaio alle ore 16.00 il grande evento.

Opera prevista fin dagli anni ottanta del secolo scorso che dopo un iter lungo e irto di difficoltà, giunge finalmente al traguardo grazie all’impegno degli amministratori di Carife nel perseguire l’obiettivo.

"La struttura museale, con la valorizzazione dell’ingente patrimonio di antichi reperti provenienti dai siti archeologici di Castel Baronia e Carife, recuperati durante le varie campagne di scavi archeologici condotte tra il 1981 e il 1990, può costituire ora - afferma il sindaco Carmine Di Giorgio -  il volano per lo sviluppo del nostro territorio."

Il Mac dovrà rappresentare un punto saldo di riferimento per la diffusione di informazioni e conoscenze delle risorse culturali della Baronia, caratterizzata dalla presenza di uno straordinario patrimonio culturale diffuso. Una nota di merito viene rivolta al Soprintendente Abap di Salerno e Avellino, Francesca Casule, e un grazie sentito a Silvia Pacifico e ai suoi più stretti collaboratori per il sostegno e la professionalità con cui hanno seguito l’allestimento museale.

Francesca Casule Soprintedente Abap Salerno e Avellino:

"Il Museo Archeologico di Carife rappresenta un nuovo tassello per impreziosire l’offerta culturale della provincia di Avellino: un progetto atteso da 20 anni e fortemente voluto dal Sindaco Carmine Di Giorgio che ha puntato sull’apertura del contenitore museale per ridare visibilità al suo comune e rilanciare l'economia locale.

Questa Soprintendenza, superando tutte le difficoltà tecniche e organizzative che in passato avevano più volte fatto arenare l’importante iniziativa, grazie al funzionario archeologo di zona, Silvia Pacifico, e ai suoi collaboratori, è riuscita in sei mesi a raggiungere l’obiettivo prefissato.

L’allestimento è destinato ad essere integrato in futuro con l’esposizione di ulteriori reperti, tutti provenienti dagli scavi diretti dal compianto WernerJohannowsky e dai suoi collaboratori Giovanna Gangemi e Matilde Romito: indagini eseguite in regime di archeologia preventiva negli anni successivi al sisma del 1980, che colpì duramente la valle dell’Ufita.

Dai dati ricavati dalle necropoli di Castel Baronia e Carifesi è riusciti a seguire le diverse fasi di popolamento dell’area, dal Neolitico all’età del Bronzo, dall’età del Ferro all’età ellenistica, confermando la presenza di insediamenti stabili soprattutto in età sannitica e romana, periodo cui si riferiscono gran parte dei reperti recuperati e selezionati dai corredi funerari esposti per la prima volta in forma definitiva nel museo della civiltà preromana della Baronia.

Come Soprintendenza speriamo che questo nuovo contenitore archeologico nel corso degli anni possa attirare un numero cospicuo di visitatori, studiosi e appassionati, instaurando soprattutto con il mondo della scuola uno stretto rapporto di collaborazione per rafforzare nelle nuove generazioni, eredi di un notevole passato, la propria identità culturale."

Così Silvia Pacifico e Giampiero Galasso:

"Il Museo di Carife si struttura come un museo archeologico territoriale, in cui grande risalto è dato al periodo preromano: nel museo sono stati esposti prevalentemente reperti di epoca sannitica (V-IV secolo a.C.), provenienti da sepolture tombali, selezionati tra quelli più significativi recuperati tra il 1980 e il 1990 dalle necropoli parzialmente indagate tra i comuni di Castel Baronia (Serra di Marco) e Carife (Piano La Sala, Addolorata). Si tratta di corredi funerari composti davasellame fittile e metallico, armi di ferro, oggetti di ornamento personale di ferro e bronzo: nel complesso 400 reperti allestiti per costruire un itinerario museale finalizzato al racconto della storia del popolamento antico della Baronia.

Prima della nuova collocazio nei reperti hanno avuto diverse ubicazioni. Negli anni Ottanta del secolo scorso erano conservati presso i depositi del Museo Irpino di Avellino, per passare nel decennio successivo nei nuovi magazzini della sede di Avellino dell’allora Soprintendenza Archeologica di Salerno. Dal 2010 hanno trovato definitiva collocazione presso il deposito ubicato nell’ex Carcere Borbonico, sede degli uffici dell’attuale Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino. Dalla loro scoperta a oggi solo alcuni corredi funerari, sottoposti a parziali interventi di restauro, erano stati esposti al pubblico in una mostra preliminare tenutasi nel 1990 presso il Museo Irpino e successivamente nella mostra  itinerante “Italia dei Sanniti” svoltasi nel 2000 tra Roma, Capua e Benevento.

Il progetto di allestimento scientifico ha previstola raccolta, dove esistente, della documentazione di scavo e di catalogo, cui è seguita la selezione dei reperti dei corredi funerari, il loro restauro el’allestimento definitivo, ispirato a uno standard museale di tipo tradizionale che punta alla valorizzazione delle informazioni scientifiche e didattiche.

La disposizione del museo è strutturata in due ambienti differenti, ciascuno dei quali illustra i contesti archeologici prevalenti e i relativi materiali rinvenuti: la sala posizionata a sinistra del piano d’ingresso della struttura (Sala I) vede in esposizione i corredi funerari di Castel Baronia, mentre quella al piano superiore (Sala II) ospita i reperti archeologici provenienti dalle necropoli di Carife. Alle spalle dell’ingresso, infine, sono stati esposti una serie di reperti, prevalentemente laterizi e ceramiche, provenienti dallo scavo di un complesso artigianale di fornaci di età romana scoperto nella località Tierzi di Carife.Uno spazio didattico è stato allestito nella saladisposta a destra del piano d’ingresso anche con la ricostruzione in scala 1:1 di una tomba a camera dell’Addolorata di Carife."

Le caratteristiche del progetto

Il Museo Archeologico della Civiltà Preromana della Baronia a Carife in provincia di Avellino si struttura come un contenitore archeologico territoriale, in cui grande risalto è dato al periodo compreso tra i secoli VI e IV a.C. I reperti esposti sono tra quelli più significativi recuperati nel corso delle indagini archeologiche sistematiche compiute a Castelbaronia e Carife tra il 1979 e il 1990. Gli scavi delle necropoli localizzate nei due comuni dell’alta valle del fiume Ufita (Serra di Marco a Castelbaronia, Piano La Sala e Addolorata a Carife) - riferibili con molta probabilità ad un unico insediamento sannitico abitato dalla tribù degli Hirpini tra fine V-inizi III sec. a.C. - ha portato alla luce circa 260 sepolture tombali, alcune delle quali caratterizzate dalla presenza di ricchi corredi funerari.

Prima della nuova collocazione presso il museo di Carife, tutti i reperti provenienti dai due comuni ufitani hanno avuto diverse ubicazioni. Negli anni Ottanta del secolo scorso erano conservati presso i depositi del Museo Irpino di Avellino. Negli anni Novanta sono stati trasferiti presso i nuovi magazzini della sede di Avellino dell’allora Soprintendenza Archeologica per le province di Salerno, Avellino, Benevento. Dal 2010, infine, hanno trovato collocazione presso il deposito ubicato nell’ex Carcere Borbonico dove oggi hanno sede gli uffici dell’attuale Soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino.

Dalla loro scoperta solo alcuni corredi funerari sono stati sottoposti a interventi di restauro a cura del personale interno della Soprintendenza competente ed esposti in una prima mostra temporanea nel 1990 tenutasi presso il Museo Irpino di Avellino e successivamente in occasione della mostra nazionale itinerante “Italia dei Sanniti” svoltasi a Roma, Capua e Benevento nel 2000.

I materiali selezionati per il nuovo museo e sottoposti a restauro sono costituiti principalmente da forme ceramiche (impasto, bucchero, argilla) e oggetti in metallo (armi e monili in bronzo e ferro, vasellame in bronzo).

Il progetto scientifico del Museo della civiltà preromana della baronia è stato curato dalla Soprintendenza Abap di Salerno e Avellino e ha previsto la raccolta della documentazione di scavo, la selezione dei reperti e il loro restauro, il loro allestimento e la realizzazione di un percorso culturale attraverso l’ausilio di supporti informativi e di riproduzioni a scopi didattici.

Il programma conservativo dei manufatti ha compreso l’inventario dei reperti e il loro recupero estetico e materiale, principalmente attraverso interventi di consolidamento, ricostruzione e reintegrazione materica. I corredi sono stati allestiti in modo tale da costruire un itinerario museale finalizzato al racconto della storia del popolamento antico nell’area della Baronia. Obiettivi generali del progetto sono stati quelli di: realizzare un allestimento ispirato a uno standard museale collaudato; riconoscere al museo il ruolo di elemento chiave del sistema locale e puntare attraverso di esso ad un’offerta di turismo integrato; promuovere il museo all’interno del sistema turistico culturale della provincia di Avellino.

Gli interventi di restauro e la nuova collocazione museale hanno dato una nuova e ottimale valorizzazione a un patrimonio culturale di grande interesse storico, che ci ha aiutato a  ricostruire la vita delle popolazioni della Campania interna in epoca classica.

Silvia Pacifico funzionario archeologo Sabap Salerno Avellino, Giampiero Galasso archeologo, Elena Gravina, Alice Hansen, Serena Metozzi, Teresa Peluso restauratore.