Napoli

Lo aveva annunciato durante una diretta facebook, per rassicurare comitati e attivisti di Bagnoli. Domani il ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi li incontrerà a Roma in una sorta di pre-cabina di regia per avviare il confronto e coinvolgere le persone che vivono sul territorio sul Piano di rigenerazione urbanistica. Comitati che l'avevano fortemente contestata proprio perché temevano di essere esclusi dal processo. A seguire sarà riunita la cabina di regia vera e propria con il Fondo di Sviluppo e Coesione per erogare le prime risorse.

Invitalia, che era e resta il soggetto attuatore del progetto, ha chiesto 400 milioni per rifare daccapo la bonifica sull'intera area, stimando un fabbisogno di almeno 150 milioni all'anno. Nella legge di bilancio però non c'è traccia esplicita di uno stanziamento corrispondente e così si è deciso di fare affidamento sul residuo dei fondi 2018, circa 71 milioni e su uno stanziamento promesso dal ministero dell'ambiente di altri 50 milioni. In tutto 150 milioni da erogare nel biennio.

Un passo in avanti dunque è stato fatto, ma nel concreto, quello che doveva essere l'anno della svolta per Bagnoli, sarà soltanto un momento di ripartenza dopo lo stop di circa un anno che si è perso nel passaggio di governo, con i Cinque Stelle che hanno scelto di non andare in contnuità con il Pd e di affidare a un proprio uomo di fiducia, il neo commissario Floro Flores, la guida del processo di risanamento di una delle aree più inquinate d'Italia, l'ex Italsider.

Quello che manca, allo stato, non è solo la copertura finanziaria completa per rifare la bonifica. L'impressione è che non esista ancora una strategia attuativa credibile, ed è per questo che il vertice romano segnerà un momento importante per il futuro di Bagnoli, anche alla luce di un nuovo protagonismo dei livelli di governo locali.