Avellino

POLITICA. C’è una spietata logica dei numeri nella parabola del sindaco Vincenzo Ciampi: dall’altare del 24 giugno alla polvere del 24 novembre nella città di Avellino. Cinque mesi tra luci ed ombre, in una gestione tanto attesa quanto turbolenta, che comincia ufficialmente con l’insediamento del 12 luglio, e si assesta il 25, quando l’ex sindaco presenta la sua giunta. Una scelta decisa, netta, che riduce al minimo le possibilità di un’alleanza con il cosiddetto «fronte del cambiamento», insieme a Luca Cipriano, Sabino Morano, e Dino Preziosi. E così inizia il calvario di un esecutivo sostenuto solo dai 5 consiglieri pentastellati, che diventeranno 9 in occasione del voto sulle linee programmatiche. Numeri troppo lesinati, a rigor di logica matematica, che hanno reso impossibile il governo di una città.

Il ritorno alla vita da funzionario

E così è tornato alla sua vita Ciampi, dopo i cinque mesi da sindaco. Funzionario dell'Agenzia delle Entrate che al ballottaggio del 24 giugno aveva sconfitto il penalista Nello Pizza, candidato della coalizione di centrosinistra che al primo turno aveva conquistato la maggioranza dei seggi in consiglio comunale, aveva chiesto ai gruppi consiliari di posticipare il voto sulla sfiducia per affrontare prioritariamente le questioni relative alla situazione finanziaria del Comune. In particolare, di pronunciarsi sulla dichiarazione di dissesto finanziario promossa dalla sua giunta.

Il consiglio, la sfiducia

E così al termine di un dibattito durato sette ore il consiglio comunale lo scorso 24 novembre il consiglio approvò la mozione di sfiducia, che era stata presentata da 19 consiglieri, con 23 voti a favore, 6 contrari e 2 astenuti.

Intanto intorno a quel dissesto o predissesto, da adottare, che ruota la sua possibile ricandidatura a sindaco del M5S. «Sono molto curioso di conoscere che scelta adotterà il commissario Priolo sul da farsi - spiega Ciampi . Io, è cosa nota, mi sono impegnato alacremente per salvare le casse optando per il dissesto. Qualora il commissario decidesse per il default sono pronto a ricandidarmi. L’ho detto più volte optare per il dissesto significa completare una autentica operazione verità per Avellino. Resta in me l’amarezza di aver promesso ai cittadini un cambiamento che, mi auguravo, di realizzare da sindaco. Ma il risultato elettorale, che ci ha consegnato “l’anatra zoppa”, ci ha reso le cose impossibili».

Il governo con approccio civile

Una breve azione quella del sindaco uscente al quale va dato merito di aver governato, seppur poco,  con un approccio civile, moderato, equilibrato. Anche quando si è visto scavalcato da decisioni prese a Roma dal suo stesso partito e a sua insaputa; anche quando si è trovato a mediare con esponenti di primo piano dell’opposizione più esperti, più scaltri, più abili nel gestire media e sistemi del Palazzo.

Senza contare che Ciampi e i suoi, non solo hanno dovuto fare i conti con numeri così lesinati in consiglio e hanno dovuto comunque gestire difficoltà operative oggettive e anche le strettoie di una squadra di governo vicina alla filiera istituzionale di Roma ma isolata nei rapporti con Palazzo Santa Lucia. Non pochi nodi da sciogliere per Vincenzo Ciampi che per il nuovo anno augura alla città di Avellino di ritrovare, davvero, un senso autentico di comunità. “Auguro e mi immagino per Avellino un cambiamento, di diventare una città vera, autentica, che trovi forza in una comunità coesa, in cui nessuno pensi ai propri inutili egoismi ma al bene comune. Mi è sempre piaciuta una immagine: quella di una orchestra, in cui ogni cittadino suoni armonicamente il proprio strumento. Tutti impegnati a suonare la stessa meravigliosa sinfonia. Voglio immaginarmi una Avellino così, migliore, più autentica, votata al bello di un senso autentico di appartenenza”.

Le prossime elezioni

Guardando al futuro e alle prossime elezioni nessun dubbio per Ciampi che si dice pronto a collaborare al progetto. «Sono un uomo coerente, credo nel progetto politico del Movimento oggi più di prima. Non lo abbandono. Non conosco le tecniche del politichese, ma nel momento in cui si chiede di non mandare a casa un sindaco 10 giorni prima di un appuntamento decisivo come il dissesto, e questa istanza non viene recepita, vuol dire che la campagna elettorale era già iniziata. Una mia ricandidatura? Non escludo nulla, ma i tempi sono prematuri. Con il Movimento Cinque Stelle, il vero ricandidato è di sicuro il programma, dedicato al bene dei cittadini». Forti della benedizione del sottosegretario, Carlo Sibilia, Ciampi e la sua squadra dunque restano compatti e si sentono pronti a ripresentarsi agli elettori in questi mesi di grandi manovre.

Le grandi manovre 

Se il Pd raccoglie i cocci delle provinciali e i «Popolari» si dividono tra demitiani e petraccani, solo Gianluca Festa, al momento, sembra avere le idee chiare. E sarà certa- mente della partita. Già alle scorse amministrative era pronto a giocarsi la sfida delle comunali come candidato sindaco. Poi un passo indietro.

Rispetto all’esperienza pentastellata, Festa, storico dissidente del Pd, si sente «il vero cambiamento». Lo ha rimarcato in più interviste spiegando di essere certo della necessità di un primo cittadino per Avellino che sappia già cosa fare, e che abbia una storia lontana dalle pressioni della politica della vecchia generazione. Dino Preziosi, l’ex capogruppo di «La svolta inizia da te», auspica «una terza via, per restituire un governo stabile ad Avellino», e sarebbe pronto a scendere in campo in una compagine che non stia né con il centrosinistra, né con il Movimento Cinque Stelle.

Spunta Pionati, asse con D'Agostino

E intanto si allarga la lista dei partecipanti alla prossima contesa amministrativa. Scendono in campo sia Francesco Pionati con i componenti dell’associazione «Vera», movimento politico fondato da un gruppo di giovani capeggiato dall’ex consigliere comunale Stefano Luongo, ma con alle spalle l’imprenditore Angelo Antonio D’Agostino a ispirarne il progetto. Insomma, sarebbe pronto a dare un contributo alla sua città Francesco Pionati, figlio del già sindaco Giovanni, primo cittadino nei giorni del terremoto del 1980.

Pizza: un grande, autentico progetto civico

Dal canto suo Nello Pizza punta ad un progetto coeso ispirato e mosso da una civica di alta qualità.

“La campagna elettorale - spiega - è stata emozionante. I cinque mesi di governo Ciampi, no.Un governo fragile quanto deludente, che ha fatto sciupare un anno alla città di Avellino. Cinque mesi scorsi tra veleni e lanci di strali. Ora è tempo di costruire un nuovo progetto, una civica in cui raccogliere le migliori espressioni culturali, professionali e politiche della nostra città”.

Cipriano: un anno perso, occasione sciupata

Punta all’iniziativa civica anche Luca Cipriano leader di Mai Più. Dissidente storico del Pd, Cipriano punta ad un “progetto attuale che garantisca la riscossa della città, che non parli ai partiti e agli apparati, ma ai giovani, agli anziani, alle donne di Avellino. “In città c’è già tanta amarezza per l’incapacità amministrativa espressa dal Governo uscente - spiega Cipriano - . Abbiamo perso un anno e si riparte d’accapo, con la consapevolezza degli errori già commessi. Ma ora c’è da ragionare, credo che non si debba andare divisi , ma con un progetto civico condiviso per la città.

E’ cosa nota la grande fuga dai partiti. Però sono troppi i fuoriusciti che parlano di progetti civici.

C’è da stare molto attenti , un terreno scivoloso, in cui si deve saper guardare e capire quale sia il progetto vero e di qualità. Dopo un anno buttato al vento non possiamo sciupare un’altra occasione per la città di Avellino.