Benevento

4 marzo 2018: non c'è alcun dubbio che per tracciare un bilancio dell'anno politico beneventano tutto ruoti attorno a quella data. Il gioco dei posizionamenti prima le conseguenze del voto alle politiche dopo: colpì il progetto centrista di Mastella poi naufragato, col sindaco di Benevento abile ad annusare aria e spazi, soprattutto questi, da prendersi non più con un partito dalle percentuali bassi a fare da ago della bilancia come con l'Udeur, ma direttamente in Forza Italia. Uno spazio lasciato vuoto da Nunzia De Girolamo, ex ministro e parlamentare uscente protagonista in negativo suo malgrado di una nottata thriller col suo nome declassato nel listino del partito di Berlusconi e inserito in extremis in Emilia.

E poi il post 4 marzo: l'en plein dei Cinque Stelle che manda tutti e quattro i candidati sanniti in parlamento, Del Basso De Caro che salva la pelle nella debacle generale del Pd e torna in Parlamento sebbene tra i banchi dell'opposizione e Lady Mastella che chiude le fila della truppa sannita a Roma, venendo sì sconfitta all'uninominale ma riuscendo a spuntarla comunque nel listino. Non ce la fa invece Nunzia De Girolamo: troppo bassa la percentuale di Forza Italia in Emilia. Pesanti i j'accuse all'asset azzurro in Campania lanciati da Nunzia, che tuttavia non sortiranno effetti, provocando un progressivo allontanamento dell'ex ministro all'Agricoltura dal partito azzurro, senza più seguito nel Sannio dove l'ago della bilancia si è spostato nettamente a Ceppaloni e senza più un seggio in Parlamento, e un progressivo avvicinamento, ancora in corso, a Matteo Salvini. 


Dunque il nuovo assetto della politica sannita: Mastella a giganteggiare nel centro destra, i Cinque Stelle in crescita ma ancora in fase organizzativa, il Pd in difficoltà ma con la guida saldamente tra le mani di Del Basso De Caro. Una situazione che si riflette anche in consiglio comunale: Mastella imbarca consiglieri nonostante ripetute polemiche tra alcuni di questi e la Giunta, l'opposizione dà pochi o pochissimi segni di vita all'infuori di sparute note stampa di qualche volenteroso. Maggioranze enormi per Mastella in consiglio e per i Cinque Stelle in Parlamento, che tuttavia sembrano non sfruttare appieno questi numeri, sebbene le attenuanti ci siano in entrambi i casi.

Mostra il solito ipertrofismo culturale la Giunta Mastella, null'altro però secondo le opposizioni: le opere inaugurate le rivenidca puntualmente l'ex sindaco Pepe, poiché frutto della sua programmazione, il resto sono le polemiche relative al Depuratore, all'Ospedale, al ponte chiuso dopo la tragedia di Genova, ai blocchi del traffico, con la Caritas per diverse questioni. Certo, c'è un dissesto, le casse sono in situazione tutt'altro che rosea, fondi già assegnati come quelli per il piano periferie vengono tagliati a livello governativo e ciò non aiuta, non aiutano neppure le tentazioni balzane e un po' puerili di battere cassa laddove le cose funzionano, vedi Benevento Calcio questione stadio, laddove a ben vedere cassa proprio non si dovrebbe battere vista la generosità mostrata da chi, mettendo mano alle casse personali, ha risolto da solo problemi e difficoltà che diversamente avrebbero portato via anche il calcio da Benevento. 


C'è poco per ora anche da parte dei Cinque Stelle approdati a Roma per Benevento: fuori da qualche interrogazione ai limiti del surreale o molto peggio, relativa a potenziali danni di proiezioni calcistiche su un monumento, e altre interrogazioni pro domo loro, presenze a picchetti e proteste, non si è notato altro. Certo, pochi mesi sono pochissimi per far pagelle: ma ad oggi i dati sono questi. 


Sullo sfondo un Pd che colleziona sconfitte: non solo le politiche, anche le provinciali con la Rocca espugnata da Mastella, dopo più di vent'anni di dominio di centro sinistra (sebbene in alcuni casi anche con l'appoggio di Mastella). Sconfitta attesa, visto l'orientamento generale, ma dolorosa per alcuni tradimenti lamentati dal candidato dell'area dem, Franco Damiano. Emergono divisioni anche a livello regionale: De Luca e De Caro non si sono mai amati, è noto, e il culmine di questa inimicizia è esploso tra una lettera della direzione provinciale e un intervento alla De Luca del Governatore alla festa dem di Telese. 


Questioni che restano sul piatto e che passano in eredità al 2019: De Caro è candidato alla segreteria regionale del Pd, De Luca deve lavorare per garantirsi la rielezione a Palazzo Santa Lucia nel 2020...e per la serie corsi e ricorsi storici sulla sua strada, e su quella del Pd regionale a possibile guida decariana, ci potrebbe essere ancora una volta Mastella.