Dodici spine, dodici questioni irrisolte che Avellino si porta dentro anche il 2019.
Anzitutto, la scelta sul dissesto che toccherà al Commissario Priolo. I conti comunali sanguinano e il default finanziario va valutato con accuratezza: ecco perché la decisione non arriverà prima di febbraio. Sulla pelle dei cittadini si gioca anche la partita dell’acqua: l’Alto Calore è a un bivio, se ricapitalizzare o invece favorire l’ingresso di un privato con i comitati alla finestra per rivendicare la natura di un bene pubblico insostituibile.
La Metro leggera resta una chimera lunga venti anni tra pali piazzati sui marciapiedi che lambiscono i balconi, mezzi che non partono e tante polemiche per lavori progettati nel lontano 1999. L’incompiuta per eccellenza si chiama tunnel.
Il sottopasso di piazza libertà attende di vedere la luce dal 2007 e se entro marzo non verrà completato il Comune dovrà pagare salate penali. Ad oggi dopo dodici anni ancora ci si interroga sulla reale utilità dell’opera.
Piazza Castello da poco è tornata nella disponibilità del Comune dopo 6 anni di sigilli per la presenza di rifiuti inquinanti. L’agorà che affaccia sul teatro cittadino dovrà essere completamente riqualificata entro gennaio 2021.
Parco Palatucci è l’emblema del degrado che investe gli spazi verdi in città, ricettacolo di rifiuti e dormitorio per i senzatetto.
Il vecchio ospedale Moscati a breve ospiterà una parte degli uffici dell’Asl. Una riqualificazione attesa con ansia dai residenti e commercianti di Viale Italia per rigenerare una zona della città fortemente penalizzata dalla crisi che ha costretto ad abbassare decine di saracinesche.
Lo scheletro del Mercatone pesa ancora sulla città con il suo odore di morte dopo la tragedia di Angelo Lanzaro; il futuro si chiama project financing, un restyling dal costo di 9 milioni di euro per ricollocare negozi uffici e un mega parcheggio. A proposito di parcheggi e di auto lo smog non accenna a diminuire, anche il nuovo anno conterà sforamenti di pm 10 e blocchi alla circolazione.
Bisognerà decidere sullo spostamento del terminal dei bus da piazza Kennedy a Campetto Santa Rita in attesa di capire se un'altra grande incompiuta, l’autostazione, possa mai aprire i suoi battenti e decongestionare il traffico dei pullman dal centro cittadino.
Il centro da un lato e le periferie, che vivono sempre più scollate dalla citta, dall’altra. Quattrograne, Rione Parco, Borgo Ferrovia con la bonifica Isochimica attesa da 30 anni: la riqualificazione dei quartieri dimenticati è solo l’ultima, in ordine temporale, delle priorità che la nuova amministrazione dovrà affrontare in questo 2019.