di Simonetta Ieppariello
Ci saranno questa settimana le nuove verifiche sui mezzi della banda dell’assalto al portavalori sul Raccordo Avellino-Salerno. Saranno effettuate analisi specifiche su quelle auto, date alla fiamme per creare i blocchi anti soccorsi, che potrebbero rivelare particolari essenziali per risalire all’identità dei componenti della banda che si è lanciata all’assalto dei mezzi dell’azienda di sicurezza Cosmopol, di quel tesoro da otto milioni di euro.
Saranno ascoltati nuovamente i vigilantes coinvolti e gli automobilisti che sono stati minacciati per avere le auto della fuga, che sono rimasti coinvolti in quell’assalto spietato sulla strada che collega i due capoluoghi, attraversando la Valle dell’Irno.
Il tesoro, il piano
Per ogni bandito assaltatore il “Santo Graal” è il portavalori. Il tesoro portato a casa martedì mattina è stato da due milioni di euro.
L’azione messa a segno è l’ingegno di una mente criminale sopraffina. Quella sul Raccordo è stata un’azione in grande stile, i banditi ci hanno messo circa 11 minuti, divisi per squadre. Una squadra d’assalto che ha studiato minuziosamente ogni dettaglio. In azione, come la storia di rapine simili insegna, un commando generalmente è formato dalle 9 alle 12 persone, tutti saranno stati scelti per precise caratteristiche criminali.
L'imprevisto
Il furto delle auto degli automobilisti in transito, loro malgrado coinvolti, poteva non essere nei piani, potrebbe essere stata una contromossa nel piano studiato per far fronte al ritardo sulla tabella di marcia dei gruppi, entrati in azione simultaneamente, nei 5 chilometri di scena del crimine, seguendo un copione preciso. Ma quel ritardo di pochi minuti, potrebbe aver comportato qualche passo falso nell’azione aprendo spiragli agli investigatori. Pochi minuti sottratti al tempo necessario prima che lo spumablock si solidificasse e rendesse impossibile trafugare il denaro.
Il carabiniere e gli agenti della Polstrada in azione
La presenza inattesa del carabiniere allo svincolo di Serino che ha fronteggiato i malviventi, e l’arrivo da Atripalda dei due agenti della Polstrada che hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con i malviventi hanno complicato la fuga. Quel carabiniere e l’arrivo degli agenti, tre eroi che non hanno perso tempo ad entrare in azione, sono stati l’imprevisto non calcolabile e inatteso nel piano.
L’accento di alcuni uomini del commando conferma che in azione c’erano alcuni pugliesi. Lo hanno detto sia le guardie giurate finite nella rete dei malviventi e le persone a cui è stata sottratta la vettura: “avevano l’accento pugliese”. Le loro parole pronunziate con i mitra in pugno restano impresse in chi era presente è stato minacciato, si è trovato faccia a faccia con loro.
La pista pugliese e quella salernitana
Puglia e nocerino le zone rosse su cui si indaga. Le rotte di fuga di quelle auto vengono mappate dalla videosorveglianza che ha mostrato dove sono scappati dopo l’assalto alcuni componenti del commando.
Si tratta di territori caldi del crimine organizzato in rapine di grande spessore. E così l’indagine che si divide in due piste, quella della manovalanza locale che ha fatto da basista, ma anche quella dei gruppi più specializzati che si avvale forse di uomini con una formazione paramilitare, forse proveniente dall’area balcanica. Semplici ipotesi, ma gli inquirenti sono al lavoro e passano al setaccio fonti e indizi per risalire all’organigramma dei malviventi.
La cronistoria della rapina quasi perfetta
Anche quella in Irpinia è la cronistoria di rapine quasi perfette di mercenari. Pare seguire un programma, una scuola, banditi forse preparati a lavorare in squadra. Tecniche, tempistiche, mezzi e strumenti utilizzati dagli assaltatori al portavalori della Cosmopol sono ricostruite dagli inquirenti nella loro cronistoria precisa.
Le strade a servizio, quelle forse utilizzate dai basisti per monitorare i vari passaggi potrebbero essere la tappa della svolta. La videosorveglianza pubblica o privata potrebbe riservare novità necessarie per risalire ai colpevoli.
Le piste nel salernitano, la fuga
I militari dell'Arma, intanto, stanno acquisendo i filmati della videosorveglianza, anche di abitazioni e attività imprenditoriali della zona. Una parte del gruppo, ancora, avrebbe utilizzato lo svincolo del comune ai piedi del Terminio per darsi alla fuga. Se la pista degli investigatori dovesse trovare conferme, questo lascerebbe intendere che la fuga dei delinquenti è avvenuta in direzione dell'agro nocerino-sarnese e quindi del Salernitano. Al momento, infatti, appare improbabile che la banda possa aver deciso di salire verso Forino e il Vallo di Lauro o verso il capoluogo irpino.
Una parte della banda, quella che ha agito nella zona tra San Michele di Serino e Serino per fermare i veicoli in transito, avrebbe poi utilizzato lo svincolo del comune ai piedi del Terminio per far perdere le proprie tracce.
Quel tragitto, se la pista dovesse trovare conferme nel corso delle indagini, potrebbe portare verso l’agro nocerino-sarnese e quindi il Salernitano.