I fatti risalgono nel tempo, ma affondano le loro radici in un terreno che continua ad essere costantemente smosso: i rapporti tra le comunità di un territorio e la vita delle strutture di assistenza sanitaria. Otto anni fa la gente di Cerreto sannita era scesa in campo contro la chiusura dell'ospedale, adesso è la volta dei cittadini di Sant'Agata dei Goti e non solo.
Una storia, quella di Cerreto, che ha avuto anche ripercussioni giudiziarie, sulla quale si è adesso pronunciata la Cassazione, che ha annullato, rinviando la decisione ad una diversa sezione, la condanna ai soli fini civilistici stabilita lo scorso anno dalla Corte di appello per quattro persone chiamate in causa dalle indagini sulle proteste scoppiate nel 2010 contro la chiusura dell'ospedale cerretese.
Il punto di partenza è la sentenza con la quale il giudice Rosario Baglioni alcuni anni fa aveva condannato due imputati, al pagamento di una multa, per ingiurie nei confronti del direttore sanitario Pasquale Di Guida, bersaglio di alcune espressioni offensive. Per gli altri due era scattata l'assoluzione, per tutti quella dall'accusa di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, ravvisata nei comportamenti nei confronti dello stesso Di Guida.
Secondo la Procura, per costringerlo a non bloccare provvisoriamente il gruppo operatorio dell'ospedale, che necessitava di interventi per la messa in sicurezza, gli era stato impedito di accedere al suo ufficio e, quindi, di protocollare le disposizioni per i trasferimenti del personale e dei pazienti.
Nel 2017 i giudici di secondo grado avevano sì dichiarato inammissibile il ricorso della Procura e preso atto dell'intervenuta depenalizzazione dell'ingiuria, ma avevano anche rivalutato l'addebito di violenza e minacce a pubblico ufficiale per i quattro imputati – Pierpaolo Parente, Vincenzo Di Lauro, Giuseppina Iannotti, presidente del comitato che si opponeva allo stop, e Annamaria Manca, difesi dagli avvocati Ettore Marcarelli, Luigi Rotondi e Giuseppe D'Agostino - esprimendosi per una condanna ai fini civilistici in favore di Di Guida.
Ora, come detto, l'intervento della Cassazione, che, in linea con le richieste della difesa, ha stabilito che sia ancora la Corte di appello a pronunciarsi. Una storia infinita, come le battaglie per la sanità.
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