Monteforte Irpino

"Prendiamo atto che anche sulle questioni serie, come la pubblica sicurezza, l’amministrazione Giordano va avanti per mezze verità e tatticismi.

Nella seduta del Consiglio comunale del 3 dicembre 2018 abbiamo chiesto e ottenuto il ritiro dall’odg del Protocollo d’intesa “controllo del vicinato” (proposta che le Prefetture d’Italia stanno inviando ai Comuni per richiederne eventualmente la sottoscrizione) che la maggioranza aveva deciso di portare in assise per approvarlo. A dare man forte alla nostra richiesta anche la Capogruppo del M5S, la Prof.ssa Chiara Motta.

Dopo i dubbi evidenziati dal Gruppo consiliare Sarà Bella, la maggioranza ha “ritirato per approfondimenti” il Protocollo che aveva scritto all’odg dei lavori del Consiglio. Anche se di norma gli approfondimenti vanno fatti prima di portare in Consiglio un argomento per l’approvazione.

Non ci sorprende, d’altro canto, il silenzio del Sindaco in Consiglio a cui segue poi una sua nota stampa, attraverso la quale esprime perplessità in merito alla questione. Di queste cose se ne discute in sede di Consiglio, laddove siamo chiamati a confrontarci e prendere decisioni per la comunità che rappresentiamo. Facciamo presente al Sindaco che sul protocollo non c’è termine di mediazione: o si approva o si respinge ! per noi, infatti, va semplicemente cestinato !

Ci auguriamo, perciò, che l’approvazione di tale atto non sia stata solo rinviata di qualche giorno. Le motivazioni le riportiamo di seguito, seguendo un ragionamento che va anche oltre le dinamiche locali e che in sostanza ruota attorno alla convinzione che la sicurezza non deve essere soggetta a influenze politiche (la politica deve limitarsi a emanare atti legislativi/provvedimenti e ricercare fondi con cui finanziare maggiormente le autorità pubbliche competenti nel settore).

Il protocollo in sostanza promuove l’istituzione di Coordinamenti di quartiere che sorvegliano le zone a rischio (per numero di reati e disagio) di ciascuna città.

Questi sono sottoposti al coordinatore di zona, che a sua volta è chiamato a confrontarsi con il coordinatore generale del progetto.

I Coordinatori di zona sono selezionati dall’amministrazione e non si sa in base a quali requisiti, criteri e procedure (non vi è traccia di tutto ciò nel protocollo).

I coordinatori di quartiere sono quelli che inseriscono le persone nei gruppi whatsapp e sono incaricati di interfacciarsi con le forze dell’ordine, riferendo a quest’ultime le notizie che loro ritengono utili.

Il protocollo, come già dichiarato in Consiglio, è a nostro avviso inutile e dannoso .

- Inutile, in quanto non risolve il problema dei furti e degli altri reati. Chi cittadino sarebbe spinto a comunicare tutte le anomalie che nota a una persona scelta da un terzo e che potrebbe essere un perfetto sconosciuto ? Responsabilizzare i cittadini vuol dire renderli partecipi dei processi e quindi anche della scelta dei “capi zona”, scelti in base alla fiducia che ripongono nella persona e non vederselo imposto dall’amministrazione. Se non c’è fiducia alla base di queste realtà associative non si innescherà alcun clima collaborativo, anzi finiranno per accentuarsi le divisioni sociali nei quartieri, peggiorando così la situazione. Inoltre, chi vieta al cittadino a prescindere dal protocollo di interfacciarsi con i vicini di cui ha fiducia e con le Forse dell’ordine ? Questo, come ben sappiamo, già avviene;

- Dannoso, perché sono delle realtà associative istituzionalizzate (così come impostate) che finiscono per accrescere il sospetto verso tutti e ad accrescere il sentimento di insicurezza che è utile soltanto a chi produce consenso politico sulla paura e grazie alla frammentazione sociale.

L’alternativa per incrementare i rapporti relazionali tra cittadini c’è: sono i comitati di quartiere. Quei comitati sbandierati in campagna elettorale e mai istituiti. Quei comitati creati dal basso dove i referenti sono scelti dai cittadini e non imposti. Ebbene votare questo protocollo vuol dire anche sconfessare ulteriormente ciò che si era promesso in campagna elettorale! Fin qui la nota a firma di Salvo Meli e Katia Renzulli. 

Redazione Av