Sversamenti inquinanti in almeno quattro punti del Sabato: questo il dato allarmante che emerge dai prelievi effettuati due mesi e mezzo fa nel fiume. L’Arpac, infatti, nei giorni scorsi ha comunicato l’esito degli esami sui campioni di acqua prelevati alla fine del mese di ottobre scorso e sarebbe emerso, senza alcun dubbio, che i livelli di sostanze inquinanti sono superiori a quelli consentiti dalla legge. In particolare, si tratterebbe di residui domestici, a conferma di ciò che si temeva, e cioè che le fecali di alcune abitazioni scaricano direttamente nel fiume Sabato. Tre dei quattro scarichi abusivi si trovano nel tratto urbano, in via santi Sabino e Romolo, su entrambi i lati del fiume, mentre il quarto si trova in contrada Fellitto ed è di proprietà del Comune.
Le segnalazioni che nell’ultimo periodo si andavano moltiplicando sulla strana colorazione che il fiume assumeva in alcuni tratti urbani e che continua tuttora ad assumere furono raccolte dai carabinieri di Atripalda. Proprio da via Santi Sabino e Romolo erano partite diverse segnalazioni sulla presenza nel fiume di acqua giallastra e maleodorante, soprattutto nelle ore serali. Un fenomeno che per quanto noto da molti anni e che non riusciva ad essere affrontato con decisione è stato nuovamente portato alla luce del sole. Un’indagine analoga, infatti, partì anche quindici anni fa, quando la stazione di Atripalda era comandata dal maresciallo Lorenzo Fasullo, ma non se ne seppe più nulla.
L’attuale comandante della caserma dell’Arma, Costantino Cucciniello, sembra essere stato più fortunato, nel senso che qualche risultato concreto sembra stia effettivamente arrivando. Il Comune, a questo punto, è chiamato ad individuare le utenze irregolari ed a contestare ai proprietari la violazione. Come nel caso di contrada Fellitto dove, nel frattempo, il Comune ha speso 18mila euro per realizzare un nuovo tratto di rete fognaria, immesso in una apposita vasca interrata, svuotata nelle ore serali da una pompa sommersa allacciata al collettore consortile dell’Alto Calore che dista cento metri.
I residenti, però, invitati a collegarsi alla nuova rete fognaria ancora non avrebbero provveduto e, dunque, gli scarichi delle acque reflue nel fiume non sono cessati. I proprietari hanno chiesto all’Ufficio tecnico indicazioni su dove e come posizionare gli scarichi. Per ora sono in strada, qualcuno li ha “parcheggiati” nei campi, altri non si sa. A questo punto, però, si attendono anche le decisioni, ognuno per propria competenza, della Procura, dell’Asl e della Regione, quest’ultima chiamata a quantificare la sanzione amministrativa che il Comune, con ogni probabilità, sarà chiamato a pagare, fino ad un massimo di 60mila euro.
Tutto questo mentre da più parti si punta il dito sul grado dell’inquinamento del fiume, divenuto ancor più allarmante dopo la diffusione dei dati riguardanti il preoccupante tasso di mortalità per cancro. Un quadro inquietante, che deve far riflettere, dai risultati delle analisi dipenderà anche l’esito dell’inchiesta, accertando la natura degli sversamenti e il grado di pericolosità per la salute pubblica, nel qual caso l’indagine andrà avanti probabilmente con risvolti anche di natura penale.
Gianluca Roccasecca