Napoli

di Pierluigi Melillo

Ci risiamo. Il duello si riaccende, anche se – per la verità – non s'era mai spento. De Luca contro De Magistris, Regione contro comune di Napoli. Lo scontro riparte. Le bordate stavolta portano la firma del governatore, che a margine della conferenza stampa di presentazione dell'edizione 2018 di “Quartieri di vita” va all'attacco dell'amministrazione De Magistris. Anche se non fa nomi e non cita direttamente l'esecutivo di palazzo San Giacomo. “Il pulcinellismo, l’ammuina, l’inconcludenza e la mancanza di organizzazione: rappresentano l’identità debole di quella Napoli che, nonostante tutto, resta una città unica al mondo. Voglio combattere in maniera esplicita questa parte debole”, annuncia con il suo solito tono perentorio il presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca. E seguendo uno schema ormai collaudato il governatore argomenta meglio le sue critiche al modello Dema.

“In questa città - spiega l'ex sindaco di Salerno - ci sono difficoltà note e istituzioni impegnate a pagare i debiti fino al 2044 (si riferisce, senza citarlo, al Comune di Napoli, ndr). La Regione ha il dovere di evitare una desertificazione, sostenendo iniziative culturali in un territorio straordinario come quello di Napoli”.

De Luca ricorda che la Regione “stanzia per il teatro San Carlo il triplo di quanto la Lombardia dia alla Scala di Milano. L’identità forte di Napoli - aggiunge - è quella dell’umanesimo, della grande arte e della filosofia: va sostenuta con grande convinzione”. Insomma il piano di De Luca è chiaro: demolire l'immagine di un sindaco che è pronto a candidarsi alle prossime elezioni europee ma che ha lanciato la sfida anche per le regionali, proprio per togliere dalle mani dell'ex sindaco di Salerno il governo della Campania. Ma si vota nel 2020. E allora prepariamoci a un interminabile duello che almeno sotto il profilo della dialettica e della vis polemica non sarà certo noioso.