La campagna elettorale per le regionali ha rispolverato dal cassetto anche la battaglia per il recupero delle sedi dei tribunali soppressi. Una questione che ormai interessa a pochi e viene puntualmente accantonata per rincorrere altre emergenze. Torna a circolare però fra gli addetti ai lavori, l'importanza del comma 4 bis dell'art. 8 del DLgs 155/2012. Già il Consiglio Regionale Campano ha approvato nel marzo 2014 una risoluzione in cui si dichiara disponibile, ad attuare il richiamato comma 4 bis per riaprire i presidi giudiziari soppressi. La legge indica che basterebbe una commissione di verifica insediata dall'amministrazione e dai componenti dell'ordine degli Avvocati con l'assunzione di spesa della Regione.
Per mettersi in moto il meccanismo, dunque, il consiglio dell’ordine degli avvocati dell’ex tribunale di Sant’Angelo (sciolto il 31 dicembre 2014) confluito nell’ordine forense di Avellino dovrebbe promuovere una commissione di verifica di concerto con l’Amministrazione comunale di Sant’Angelo. L'assunzione di spesa per la riapertura deve essere fatta dalla Regione Campania. Ed ecco che emergono le prime due lampanti assenze: il consiglio dell’odine forense non aprirà mai una commissione per la riapertura del foro altirpino, in quanto sarebbe interpretata come ammissione delle criticità della manovra di soppressione e accorpamento dei due presidi. In secondo luogo, nessuna delle forze politiche e partitiche in campo, ha citato la questione dei presidi giudiziari soppressi come un tema da recuperare e risolvere in altro modo.
La possibilità di applicare le prescrizioni della legge 155 sono state inoltre ampiamente valutate dagli addetti ai lavori altirpini, che interpellarono la Regione Campania senza però avere riscontri. Da ciò ne consegue che né Ariano, Né Sant’Angelo e Sala Consilina riusciranno ad ottenere risultati utili; senza dimenticare che in tutti i presidi delle sedi accorpanti si sta consolidando la nuova geografia giudiziaria.
Avellino rispetto a Benevento presenta ancora delle grosse criticità. Togati e avvocatura rilevano spesso l’inadeguatezza delle sede principale quanto di quella secondaria (Unep e sezione lavoro). L’ultima esortazione a non abbandonare la battaglia è arrivata il 12 marzo scorzo attraverso una nota prodotta dal sindaco di Mistretta e inviata a tutti i comuni che avevano dovuto rinunciare alla sede del palazzo di giustizia.
La legge 155 prevede che sia la Regione Campania a farsi carico del mantenimento delle sedi soppresse, una possibilità che non trova concreta applicazione, e che viene lanciata nel vuoto a causa delle nte contingenze economiche.
Elisa Forte