Contrada

 

di Andrea Fantucchio 

Non c'è traccia del sangue della vittima sul secchio e sullo straccio raccolti nel garage di uno dei presunti assassini. I Ris hanno depositato gli accertamenti disposti dall'antimafia di Napoli. Nell'inchiesta sull'omicidio di Michele Tornatore, freddato con un colpo di pistola e poi bruciato in un'auto ritrovata in una discarica a Contrada. Era il 7 aprile del 2017. A richiedere gli accertamenti erano stati gli avvocati di Francesco Vietri, i legali Anna Caserta e Italo Benigni. Sostengono che il loro assistito non abbia concorso all'omicidio di Tornatore. Vietri è anche accusato di aver distrutto il corpo con l'aiuto di Pasquale Rainone, difeso dall'avvocato Marino Capone.

Gli imputati domani compariranno in Corte d'assise. Quando è prevista l'escussione di alcuni carabinieri che hanno condotto le indagini. Si preannuncia una udienza ricca di colpi di scena. Anche alla luce delle nuove prove annunciate dal sostituto procuratore dell'antimafia, Simona Rossi. La scorsa udienza il pm ha menzionato anche un'intercettazione: non acquisita per opposizione della difesa. E' stata raccolta una conversazione fra tre persone. Si fa riferimento a un debito di ventimila euro di Tornatore. Forse un movente. Ne sono convinti gli inquirenti che procedono nelle indagini.

E' stata aperta una inchiesta bis. Al momento sono altri tre gli indagati accusati di concorso in omicidio. A casa di uno di loro, sarebbero avvenuti due incontri sospetti il giorno dell'omicidio. La pista dei debiti è stata alimentata dalle dichiarazioni di alcuni testimoni. Chi conosceva bene Tornatore, ha parlato dei suoi problemi con dei creditori. Uno di loro – lo ha raccontato la compagna dell'uomo – si sarebbe anche presentato a casa. Voleva vedere proprio Michele: pochi giorni prima del suo omicidio.