Una fredda domenica del 15 febbraio 1976, intorno alle sette del mattino, in un piccolo paese immerso nella natura, tra il verde e una fattoria, una donna di nome Maria mette al mondo un bambino di nome Dario. Nel momento in cui la donna prende in braccio suo figlio le campane della chiesa iniziano a suonare…probabilmente il bambino riesce a sentire le campane, ma non ne ha coscienza e, più tardi non riuscirà a sentirle più. Quel bambino sono io. Mi chiamo Dario Pasquarella e sono diventato sordo all'età di 4 mesi a causa di una brutta febbre.
Mi chiamo Dario Pasquarella, sono nato a Sant’Agata dei Goti (BN) nel 1976, e, nel 1981, all’età di cinque anni, ci fu il mio ingresso presso la scuola pubblica, una scuola dove vi erano solo bambini udenti. Io avevo difficoltà d’interazione, di relazione e di apprendimento, non riuscivo a seguire le lezioni e ripetevo a me stesso:
“Io non sento! Io non posso comunicare come gli altri!” L'otorino, a questo punto, consiglia ai miei genitori di mandarmi in una scuola speciale, un convitto di "Suore della piccola missione" (Istituto Gualandi) per i bambini sordomuti a Benevento.
Lì, all’età di circa sei anni e mezzo, sono entrato in contatto con la LIS, la Lingua dei Segni, Italiana, e ho conosciuto per la prima volta altri bambini sordi come me. All’inizio, lo ricordo bene, covavo in me una gran rabbia…ero arrabbiato perché non riuscivo a esprimere quello che volevo, i miei bisogni, i miei desideri... piano piano, però, imparando la Lingua dei Segni Italiana invece ho iniziato a comunicare e trasformare la mia rabbia in decine di sensazioni diverse. Mi sentivo soddisfatto e, finalmente, felice. Ricordo ancora quando, in Istituto, durante la festa di Carnevale, tutti i bambini portavano i loro vestiti comprati o confezionati da casa… Ma io ero povero e non avevo nessuna maschera da esibire, così le suore mi prestarono una calzamaglia, una maglia nera ed un cappello, per potermi mascherare da Zorro. Io però mi sentivo a disagio in quei semplici panni allora ho iniziato a immaginare di essere altrove, in America… Conoscevo l’America per via dei tanti film che arrivavano in Italia e perché lì vivevano e vivono ancora i miei zii, i fratelli di mia madre.
Ho iniziato a immaginarmi, quindi, non più nei panni di un povero Zorro ragazzino, ma in quelli di un famoso attore americano! Immaginavo di essere non in Istituto, ma in America, e di essere il protagonista di qualche film meraviglioso. Già da piccolo, infatti, vedevo il cinema e il teatro come stimolo per la crescita individuale e collettiva, come strumento indispensabile per sopravvivere alla realtà. In effetti passavo molte ore davanti alla televisione per vedere i cartoni animati ed entrare con la fantasia all’interno delle loro avventure.
Poi ho preso il diploma presso L'Istituto Tecnico Commerciale e Programmatori presso le Suore Salesiane dei Sacri Cuori, a Barletta (BA). In cinque anni di scuola superiore ho fatto tante cose, fra cui molti spettacoli in cui facevo l'attore…certo, lo facevo solo per divertimento, ma in me già si faceva strada il desiderio di poter entrare a far parte in futuro del magico mondo dello spettacolo. Tuttavia non sapevo come diventare un attore e pensavo che fosse impossibile realizzare questo sogno… Quindi continuai a studiare per inserirmi nella vita lavorativa. L’ansia dipendeva dal timore di non essere all’altezza, di non essere capace d’inserirmi: “Dario non comunica!”, era questa una delle frasi più ricorrenti della mia vita. Dopo aver conseguito, nel 1998, il diploma ho attraversato un periodo di depressione di tre anni dal quale credevo non mi sarei risollevato, invece poi mi sono deciso e, da Settembre 2001 a Luglio 2003 ho frequentato un corso presso il Teatro "Totò" di Napoli dal titolo: “Laboratorio – Pratico di Teatro - Corso di recitazione”. Si può dire che da questo momento in poi inizi la mia tanto desiderata carriera nello spettacolo. Ho conseguito successivamente la laurea magistrale in Teatro-Musica-Danza al corso di studi DAMS (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi “Roma Tre”, e mi sono trasferito a Roma dove vivo e lavoro già da molti anni.
Quando ero ancora all’Università ed ero in cerca di un lavoro, sognavo di poter organizzare dei laboratori teatrali per bambini…ma come avrei potuto fare?
Non conoscevo ancora nessuno a Roma e pure i miei contatti con la comunità sorda romana erano solo agli inizi…così inizialmente ho abbandonato il progetto. Poi però il destino mi ha aiutato: caso ha voluto infatti che Ginetta Rosato, famosa regista sorda romana e fondatrice dell’altrettanto famosa Compagnia di Teatro Sordo “Laboratorio Zero” cercasse attori per un suo spettacolo. Grazie a un amico comune sono riuscito a conoscerla e a collaborare con lei e non molto tempo dopo è stata proprio Ginetta a propormi di tenere un laboratorio di teatro per bambini all’interno della scuola di via Nomentana. Successivamente ho iniziato a collaborare come operare all’interno dell’associazione AFISBi e della Fondazione “La Casa delle Luci” che si occupano dell’assistenza a ragazzi sordi e con altre disabilità. Così, dopo aver fatto molta gavetta e aver collezionato molte esperienze, sono arrivato dove sono oggi…
Ho lottato molto per poter fare il lavoro che faccio, per potermi affermare come autore e come regista. Non è facile, infatti, vivere da libero professionista: ci sono sempre alti e bassi, si vive di progetti…insomma, è una continua lotta per la sopravvivenza; ma questa è la mia vita e non ho mai pensato di rinunciarvi e di cercare un “lavoro sicuro”, perché se abbandonassi le mie passioni rischierei di perdere la mia identità, perderei me stesso.
Oggi sono diventato un esperto sordo in teatro, conduttore di laboratori dedicati ai bambini dell’asilo e ai ragazzi delle scuole medie inferiori, conduttore di atelier teatrali, ricercatore nell’ambito dell’espressione corporea e della prosodia visiva della LIS (Lingua dei Segni Italiana), organizzatore di giornate studio incentrate sul Training del corpo e dello spettacolo, sul potenziamento espressivo del corpo; docente, divulgatore, attore, regista, drammaturgo, scenografo, illustratore, performer, docente di Mimo, di Teatro e Cinema LIS, di Teoria della Tecnica del Silenzio dello Spettacolo e di Percorsi Teatrali a Scuola, docente ai corsi di formazione e di Sensibilizzazione della Lingua dei Segni (Base). Ho inoltre il piacere di ricoprire il ruolo di direttore artistico del “CineDeaf”, il Festival Internazionale di Cinema Sordo di Roma e di fare parte della Commissione selezionatrice di diversi Festival di teatro sordo. Nel 2015 ho avuto il piacere di essere tra gli organizzatori di un Seminario a cura del Japanese Theatre of The Deaf, dal titolo “Storia ed esperienza tearale del Japanese Theatre of the Deaf”, e del “Workshop Theatre of the Deaf Japan/Italy”, esperienze nate entrambe dalla collaborazione tra l’Istituto Statale per Sordi di Roma, l’Istituto Giapponese di Cultura, la Compagnia Laboratorio Zero e il Japanese Theatre of the Deaf. Infine, dal 2012 al 2016, dopo averne ricoperto per qualche tempo il ruolo di Direttore Artistico, sono stato Presidente della Compagnia teatrale Laboratorio Zero di Roma, fino a quando, a giugno del 2016, ho fondato una mia Associazione, Arte&Mani Deaf Italy Onlus, con lo scopo di portare avanti progetti di Teatro Sordo LIS, cioè di un teatro integrato sperimentale, basato su drammaturgie originali in cui le due lingue utilizzate, l’Italiano e la LIS (Lingua dei Segni Italiana) vengono trattate con pari dignità. Il nostro gruppo, infatti, è formato da attori e autori sia sordi che udenti che hanno deciso di lavorare insieme per creare spettacoli accessibili, appunto, tanto a un pubblico sordo che a un pubblico udente, in quanto segnati e parlati; nei nostri spettacoli, inoltre, vengono rappresentate entrambe le culture, quella sorda e quella udente, che si trovano ad avere un uguale spezio rappresentativo.
A partire dal 2016, parallelamente al progetto della Compagnia Teatrale viene fondata anche la Scuola di Teatro Sordo LIS, con sede a Roma. Per noi della Compagnia Arte&Mani Deaf Italy Onlus riuscire a trasmettere le stesse emozioni tanto a un pubblico sordo che a un pubblico udente è un obiettivo irrinunciabile: infatti quando viene messo in scena uno spettacolo ad essere trasmesso non è mai trasmesso un solo messaggio, non viene mai descritto un solo sentimento alla volta, ma le emozioni viaggiano spesso mescolate ed è importante che tutto il pubblico riesca a fruire di tali emozioni in egual misura. Come regista ho già portato in scena sei spettacoli originali (“Oltre gli Occhi”, 2014, “Routine”, 2015, “Luci del Buio”, 2016, “Il Bosco delle Favole Confuse”, 2016, “Il Bosco delle Favole Confuse continua…”, 2017 e “Dialoghi da Dietro le Quinte”, 2018) e spero che molti altri ne seguiranno…
Ogni volta partire da zero, da un oggetto, da una nuova idea di riempie di energia… Parole, gesti ed emozioni sono tutti in egual misura parte integrante del nostro teatro, e quando sono sul palco anche io divento parte integrante della rappresentazione e non posso non ricordare tutti i miei sogni di bambino, non posso non pensare che volte questo è il lavoro della mia vita e che ho intenzione di dedicarmi ad esso fino alla fine dei miei giorni. Il nostro ultimo lavoro, “Dialoghi da Dietro le Quinte” andrà in scena al Teatro Don Bosco, nella meravigliosa e accogliente città di Caserta, il 18 Novembre alle 17.00. La Compagnia Arte&Mani Deaf Italy Onlus saluta e ringrazia fin d’ora tutti coloro che vorranno intervenire e si augura di tornare al più presto con una nuova replica, che probabilmente andrà in scena nell’altrettanto stupenda Benevento.
Redazione Bn