E’ coinvolta anche una donna residente ad Angri, nell’omicidio di Patrizio Faustino Barlone avvenuto lo scorso 8 febbraio 2015 a Monte San Biagio. L’ex diacono, che spesso indossava abusivamente l’abito talare, spacciandosi per un prete fu trovato morto con i piedi e le mani legate da fascette di plastica, e con la testa avvolta in un maglione.
L’uomo fu imbavagliato e picchiato, per poi morire asfissiato, come certificato anche dall’autopsia effettuata sul corpo. Sono sei le persone arrestate per il delitto, e tra queste come detto anche una donna di Angri, ed il fratello della stessa. Quattro sono gli esecutori materiali del delitto, uno il mandate e l’altro la mente che ha organizzato il tutto. Secondo gli investigatori si trattò di una rapina finita male.
Le persone arrestate sono di Ercolano, Torre del Greco e appunto di Angri. Il mandante della rapina è un 53enne di Fondi a cui il falso prete aveva prestato una somma di denaro. Sapendo che la vittima aveva in casa una grossa somma, il mandante della rapina, un 50enne napoletano, assoldò altre quattro persone, che nel disegno criminale dovevano rapinare il falso prete.
Tra queste quattro persone vi era anche la donna residente ad Angri, che quella notte si presentò alla porta della vittima. Gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità della banda, grazie ai filmati delle telecamere a circuito chiuso, disseminate in diverse zone del paese.
Secondo la ricostruzione effettuata, la donna fece irruzione all’interno dell’appartamento di Patrizio Faustino Barlone con un complice, e dopo averlo pestato a sangue lo immobilizzarono e imbavagliarono. Non è ancora definito l’ammontare del bottino della rapina.
Massimiliano Grimaldi