Avellino

di Pierluigi Melillo

La scelta è netta: cambiamento o restaurazione. Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, la mette su questo piano: la mozione di sfiducia che i partiti di opposizione sono pronti a presentare contro di lui sarebbe un ritorno alla vecchia politica. Almeno lui la vede così. E l'ha ribadito stamane davanti a telecamere e taccuini.

La restaurazione del Pd. Un sindaco insolitamente loquace. “Non è strano che tutti siano uniti contro di noi, noi che vogliamo portare avanti il cambiamento”, spiega Ciampi. E sulla mozione di sfiducia portata avanti dal Pd, dice: “Sono naturalmente rispettoso dei processi democratici, prendo atto di questa iniziativa dei partiti di opposizione. Ma non posso fare a meno di sottolineare che questo è un gioco ormai scoperto, è un chiaro tentativo di restaurazione del vecchio potere partitocratico. Noi siamo un'altra cosa, noi siamo dalla parte degli avellinesi”.

Nessun patto con il passato. Ciampi chiarisce ancora una volta la strategia politica che ha portato avanti, senza andare a stringere patti con altre forze politiche. Accordi che forse avrebbero potuto salvarlo, ma che lui ha respinto con la ferma volontà di aprire una nuova fase per la politica cittadina. “Non posso tradire gli avellinesi sul cambiamento – nota il sindaco – e su quanto promesso in campagna elettorale. Ho chiesto il consenso sul cambiamento e non posso rinnegarlo. Rispetto ai numeri che mi impedirebbero di andare avanti ne prendo ovviamente atto, ma non mi smuovo dalla mia posizione”.

Dalla parte della città. Ciampi fa ricadere sui partiti di opposizione una eventuale crisi al comune, con la fine anticipata della legislatura. “Abbiamo chiesto in consiglio agli altri partiti un contributo sulle cose da fare per la città. Noi vogliamo risolvere i problemi dei cittadini. Loro invece ora sono tutti uniti contro chi rappresenta il cambiamento. E questo è un dato di fatto. Noi non tradiremo gli avellinesi che ci hanno votato”.