Napoli

di Pierluigi Melillo

L'appuntamento è per venerdì pomeriggio (ore 14.30) a Napoli, presso la Sala Conferenze dell’Isola C3 del Centro Direzionale. I Popolari di De Mita si rimettono in marcia con l'iniziativa “In nome del Popolo Sovrano! L’equivoco tra Popolari, Populisti e Popolani”.

Giuseppe De Mita, ex deputato e nipote dello storico leader, prova a rimettere in piedi una proposta politica in una Terza Repubblica in cui il clima non è dei migliori. Dice: “Sembra quasi che si alimenti l'odio e la voglia di vendetta. Invece, ora c'è bisogno di proposte concrete per ridare una nuova speranza ai cittadini”. Qual è l'obiettivo di questa nuova sfida? De Mita spiega: “Ripartiamo con un “Congresso di uomini e di idee” che vuole rappresentare la volontà di una discussione che vada oltre il solo confronto di opinioni e provi a tracciare una rotta politica”.

La nuova sfida dei centristi. Con Giuseppe De Mita ci saranno altri protagonisti: i consiglieri regionali Maria Ricchiuti, Maurizio Petracca e l'assessore Corrado Matera. “La discussione – aggiunge De Mita - va in primo luogo nella direzione di sollecitare amministratori, riferimenti politici locali e personalità della società campana, ma è anche mossa dall'intento di aprire un dibattito sul piano più generale all'interno delle esperienze provenienti dal popolarismo e dall'area di centro”. Oltre ad esponenti regionali, hanno confermato la loro presenza Marco Follini, Lorenzo Dellai, Lucio D’Ubaldo e Ciriaco De Mita, a cui toccherà come sempre indicare ai centristi la strada da percorrere.

Un pensiero nuovo. “In pochi anni siamo passati dall'esigenza di nuovi partiti alla necessità di un pensiero nuovo intorno alla democrazia – afferma Giuseppe De Mita -. L'urgenza appare essere questa: far rifiorire la democrazia come lo strumento più forte per rendere protagonista il popolo. Ma un popolo che sia comunità, non una somma di individui rabbiosi. Esiste un interrogativo di fondo diffuso che verte sulla qualità della nostra democrazia e sulla qualità delle classi dirigenti. Fino a che punto, pure comprensibili ragioni di insofferenza verso una democrazia divenuta quasi solo formale e burocratica, possono far accettare un sistema politico isterico ed esasperato quale quello attuale? Fino a che punto in nome del popolo sovrano può spingersi l'emotività e la demagogia? E non esiste invece una forma di ragionevolezza che possa interpretare le istanze sociali del popolo sovrano?"

Questi interrogativi agitano tanti. "E questa iniziativa - continua Giuseppe De Mita - non è il risultato di una preoccupazione personale, ma per me è la conseguenza che discende dallo scambio di opinioni, dialoghi e incontri avuti nel corso di quest'anno con tante persone a vario modo impegnate, come Dellai, Follini, Mons. Simoni, Merlo, Gigli, Preziosi, Sangiorgi, D'Ubaldo, D'Alia, Casini, Monda, Balduzzi, i due Alfano, Lorenzin e, soprattutto, con Ciriaco De Mita. Si parte da qui. Questo "Congresso" di uomini e di idee vuole essere la presa di coscienza che in questo momento la Politica si rilegittima solo avendo il coraggio di uscire in mare aperto controvento”.