di Simonetta Ieppariello
Correggere la manovra e riequilibrarla sul fronte crescita. Questo il suggerimento di Vincenzo Boccia, che, parlando a margine del 33simo convegno di Capri, chiede più attenzione per l'impresa italiana.
Il declassamento del rating operato da Moody's sull'Italia getta altra benzina sul fuoco sulla questione Manovra. Vincenzo Boccia all'indomani del giudizio dell'agenzia chiede all'esecutivo di tornare sui suoi passi applicare correttivi, farlo in tempi brevi. Il leader degli industriali chiede maggiore attenzione sul reddito di cittadinanza per i giovani, affinchè funzioni da sussidio ma da ponte per il lavoro.
Il reddito di cittadinanza è "un elemento che riduce i divari", ma non deve avere la caratteristica di un sussidio. Deve invece essere un "ponte verso il lavoro". Precisa il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del meeting dei giovani imprenditori a Capri, che chiede correzioni alla manovra e maggiore spinta sulla crescita del Paese. "Impostare il reddito di cittadinanza per un giovane che può rinunciare a tre proposte di lavoro, in un Sud dove se ne arriva già solo una, è un miracolo - ha detto -. E' una procedura che va attenzionata. Quindi il reddito di cittadinanza sicuramente è un elemento che riduce i divari ma deve essere un ponte verso l'occupazione e il lavoro e non può essere un elemento di sussidio, altrimenti rovina il Mezzogiorno".
“Dopo il declassamento di Moody's la sfida per il Governo è puntare sulla crescita”, spiega il leader degli industriali guarda proprio ai giovani per la risoluzione di una crisi economica solvibile, partendo da chi punta su aziende innovative, che guardano al futuro, con capacità e coraggio, e sull’export che è sempre più solido in un Paese che può e deve crescere. Boccia auspica un grande confronto proprio sulla crescita, ma la sfida del rapporto deficit Pil resta il punto da definire in maniera chiara e netta. “E’ evidente che sia la lettera della Commissione europea che il declassamento erano nelle cose. La sfida che il governo deve fare propria è sulla crescita, spiegare l'analisi di impatto di questa manovra, correggerla, postando più risorse sulla crescita", afferma Vincenzo Boccia, “altrimenti, aggiunge, "la partita è persa".
Il leader degli industriali spiega come servano azioni concrete e risultati raggiunti, non obiettivi prefissi che a nulla servono ai tanti imprenditori coraggiosi italiani alle prese con un sistema che chiede azioni strategiche concrete al Governo.
Le parole del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dal convegno dei Giovani imprenditori a Capri, dunque chiedono azioni per la crescita, che rinsaldino e puntino ad azioni concertate di sviluppo. «Se sale lo spread pagano imprese e famiglie» precisa Boccia e dunque «non si può aspettare», bisogna «agire, reagire, anticipare».
«Lo spread è una tassa indiretta - ha detto Boccia -, bisogna fare attenzione, sia alle dichiarazioni sia al merito». Nel suo intervento conclusivo del convegno, Boccia ha sottolineato, infine, che «non è vero che peggio di così non possiamo andare, può anche andare peggio se facciamo degli errori». «Il cambiamento può essere migliorativo o peggiorativo». Gli industriali cercano maggiore confronto. 160mila le imprese rappresentate da Confindustria. Crescita, infrastrutture, investimenti, attenzione per il Sud, è su questi temi che i presidenti di Confindustria e dei Giovani Imprenditori, Vincenzo Boccia e Alessio Rossi, chiedono più attenzione.
“Uniti. L’Europa che siamo” il tema scelto per il 33esimo convegno dei giovani imprenditori di Confindustria. «Il lavoro è alla base della nostra Costituzione e nobilita la nostra identità. Per questo vogliamo che i giovani crescano nella cultura del lavoro e dell’impresa che sviluppi il talento e non nell’arte di sbarcare il lunario», spiega Rossi che al governo chiede «una decontribuzione totale per le assunzioni degli under 30».
La vera risorsa sono i giovani. Il presidente Boccia spiega che «i giovani per Confindustria sono una punta avanzata, si guarda all’Europa, si guarda al futuro. I nostri giovani hanno fame di futuro».
Nel suo intervento in mattinata il ministro degli affari europei Paolo Savona ha spiegato: “C’è un punto di partenza nel quale non solo credo io, ma credo che ci credano tutti gli italiani: il debito pubblico italiano è assolutamente solvibile, non c’è nessun problema che l’Italia invochi un default. “E non c’è nessuna possibilità – ha aggiunto – che incorra in un cosiddetto rischio di denominazione, cioè di rifiutare l’euro come denominazione del suo debito. Se accadrà sarà per motivi esterni al Paese”. “La vera sfida è nella riattivazione degli investimenti. La crescita verrà dalla riattivazione degli investimenti”.