Moschiano

Si sono presentate sotto il Municipio di Moschiano per protestare contro l'ipotesi dell'arrivo in paese di circa 40 profughi. Una minima parte di quei rifiugiati politici che solo qualche giorno fa sono sbarcati nel porto di Napoli. E' la rivolta della donne di Moschiano, in particolare di quelle che vivono nella parte alta del paese, in località Carità. E' qui infatti che dovrebbero essere alloggiati gli stranieri, all'interno di un ex ristorante, una struttura ricettiva distante 6 km dal centro cittadino. Un luogo isolato, dove vivono ancora poche famiglie, meta religiosa dei moschianesi che da secoli vi si recano per rendere omaggio alla Vergine della Carità, custodita nell'omonimo santuario. Le mamme hanno presidiato l'ingresso del Comune per l'intera mattinata, in attesa di essere ricevute dal sindaco Angelo Mazzocca, che è dovuto tornare in fretta e furia dal Centro Direzionale dove si era recato per espletare altre pratiche di natura amministrativa. 

I motivi della protesta. «Non siamo razziste e ci rendiamo conto che queste persone hanno bisogno di ospitalità, ma mettetevi nelle nostre condizioni, in un luogo isolato e di montagna con quaranta persone che non sappiamo chi sono e da chi saranne vigilate. Mentre sappiamo bene quello che avviene nelle altre città dove sono ospitati i rifugiati». Più o meno queste le parole della portavoce della delegazione femminile, la cui intervista sarà messa in onda nell'edizione serale del tg di Ottochannel 696.

Non sono mancati attimi di tensione prima dell'arrivo del primo cittadino Angelo Mazzocca. Come quando alcune mamme hanno inveito contro il referente della cooperativa che dovrebbe gestire l'ospitalità degli stranieri a Moschiano, e che secondo le donne avrebbe lavorato all'indicazione del comune del Vallo Lauro quale possibile sede per l'arrivo dei rifugiati. E' stato necessario l'intervento dei carabinieri di Quindici, giunti sul posto insieme agli agenti del Commissariato di Lauro, per placare gli animi e riportare la situazione alla normalità.

Poi, verso mezzogiorno, l'arrivo del sindaco. Mazzocca ha subito ricevuto nei suoi uffici una delegazione delle mamme. La fascia tricolore ha stigmatizzato la psicosi creatasi in paese e ha assicurato che «non ci sono al momento richieste al Comune di ospitare rifugiati politici in strutture private e che quando perverrà qualche richiesta questa sarà valutata con la massima scrupolosità». Molto probabile che nei prossimi giorni ci sarà un incontro pubblico tra cittadinanza e amministratori sulla tematica.

L'intervista al primo cittadino. «Ero a Napoli, in Regione Campania. Ho ricevuto una chiamata da parte dei vigili urbani, i quali mi riferivano che sotto la Casa Comunale una ventina di donne si era radunate per protestare contro l’arrivo dei profughi a Moschiano. Per ora, in Municipio non è pervenuta alcuna richiesta da parte di privati per l’ospitare nella nostra comunità queste persone. Né sappiamo ufficialmente se una richiesta del genere sia pervenuta agli enti sovracomunali. Qualcuno ci ha raccontato informalmente che sarebbe arrivata in Prefettura una richiesta, e che la Prefettura avrebbe demandato all’Asl la verifica nella struttura indicata dei requisiti sanitari richiesti dalla normativa vigente. E, sempre informalmente, pare che l’Asl abbia dato parere negativo. E’ per tali ragioni che ho deciso di ricevere in Municipio una delegazione della cittadinanza con i responsabili delle forze dell’ordine. I cittadini ci hanno chiesto di essere aggiornati costantemente sull’evoluzione della richiesta e noi lo faremo.

Le autorità di pubblica sicurezza presenti all’incontro hanno spiegato ai cittadini che queste persone non sono dei terroristi bensì dei rifugiati politici, persone perseguitate nei paesi d’origine. In qualità di sindaco, mi impegno sin da ora con la comunità di Moschiano ad essere scrupoloso per quel che concerne la valutazione della documentazione tecnico-amministrativa relativa alla possibilità di ospitare queste persone. Mi dispiace che la cittadinanza fosse stata informata male. In paese s’è creata una psicosi generale. In giro si è vociferato che il sindaco avesse già dato l’avallo per la venuta dei rifugiati. Ripeto, non ho ricevuto per ora alcuna richiesta né tanto meno ho emanato alcuna autorizzazione. L’Italia, in questo momento storico, ha bisogno purtroppo di ospitare queste persone.

La Regione Sicilia non ce la fa più ad ospitarne. Queste persone vengono pertanto fatte sbarcate nei porti principali della Campania, in particolare a Napoli e a Salerno. La settimana scorsa sono arrivate a Napoli circa 700 persone. Nonostante ciò, sono vicino alla mia popolazione e cercherò in tutti i modi di impedire l’arrivo di queste persone. Purtroppo, la mia gente non vuole che arrivino per paura di quello che si sente in giro e per i tanti disagi che stanno creando in altre comunità che già li ospitano».

 

Rocco Fatibene