Solofra

 

di Simonetta Ieppariello

Far nascere la vita, farlo in Africa, nel Corno d’Africa. Quello di Milena è uno dei mestieri più belli del mondo e lo farà in uno dei paesi dove è più difficile riuscirci per cultura, mezzi, necessità. Milena aiuterà per oltre un mese le madri a dare la vita a bambini, che portano in grembo in Africa, dove dal 1990 il numero di gravidanze annuali è aumentato del 50 per cento. Le donne d’Africa sono diverse fanno nascere bambini spesso in casa, visto che le strutture ospedaliere scarseggiano soprattutto nei villaggi spesso raggiungibili solo camminando. E quando ci sono, i presidi sanitari mancano di strumentazioni adeguate ma anche semplicemente di coperte, garze, ambulanze.

Milena partirà il prossimo 28 ottobre ed è diretta in Etiopia in Africa,  dove sono ancora tante le donne che muoiono ancora per piccoli imprevisti durante il parto o il travaglio.

Questi paesi hanno il 78% delle nascite mondiali del mondo e hanno solo il 42% delle ostetriche, delle infermiere e dei medici del mondo. Qui, i deficit di forza lavoro sono spesso più acuti in aree dove i tassi di mortalità materna e neonatale sono più alti. 

Milena Faggiano ha venti anni è di Solofra e con Mariachiara Mauriello di Prata Principato si sono appena laureate in Ostetricia presso la facoltà di Medicina di Salerno, e sono le prime professioniste volontarie scelte e inviate dalla «Fondazione Rachelina Ambrosini», d’intesa con l’Ateneo salernitano, per una staffetta di solidarietà in Etiopia e Angola. Una iniziativa salva vita, solidale, ambiziona.

«Ciao mamma, vado in Africa», è il nome di un progetto rigorosamente made in Irpinia promosso dall’avvocato Tommaso Maria Ferri, presidente della fondazione intitolata alla giovane figlia del medico condotto di Campanarello, don Alberto Ambrosini, morta a sedici anni in concetto di santità. Un progetto sposato dall’ateneo salernitano che si è fatto a sua volta promotore di una sfida per la vita formando ostetriche qualificate e pronte a partire per il Continente Nero. Con Milena e Mariachiara pertirà un team nazionale di medici che fanno capo al ‘Cuamm’ per una missione eccezionale. Si alterneranno nella staffetta salva vita per tre anni tantissime ostetriche e mediche che salveranno vite, facendo nascerne di nuove.

Saranno i referenti della Fondazione Ambrosini e dell’Università degli Studi di Salerno a scegliere i medici. Milena e Mariachiara faranno da apripista. «Sono emozionatissima  - spiega Milena -. Sarà una esperienza unica che mi permetterà di cambiare la mia vita. Andremo nei paesi più poveri come Etiopia e l’Angola. La cooperazione internazionale è uno strumento nobile, solidale ed efficace per salvare tante persone. All’emozione di questa avventura, non posso negarlo, si affianca la preoccupazione di partire per arrivare in una realtà completamente diversa.

Presterò servizio in un ospedale dove le donne, sono abituate a partorire da sole, senza anestesia, senza affiancamento. Lo fanno non solo per necessità, ma anche per cultura. Sto studiando e approfondendo anche l’approccio psicologico che dovrò avere per essere la migliore ostetrica che queste donne straordinario si troveranno al loro fianco. Sto provando una serie di sensazioni diverse. Ma su tutte la voglia di fare, i aiutare, di assistere la vita a nascere«.