Il ricorso al Tar del Movimento 5Stelle per il riconteggio di 700 schede elettorali delle ultime amministrative è stato ritenuto dai giudici «inammissibile».
Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, non nasconde la comprensibile delusione, ma attacca: «Mi viene un dubbio: se gli altri consiglieri sono così contenti che le schede non vanno più riconteggiate, hanno forse qualcosa da nascondere? Parlano solo di ricorsi e cavilli pur di attaccarsi alla poltrona...»
In un post pubblicato su Facebook il primo cittadino di Avellino ha anche dichiarato: «Le sentenze si rispettano, il lavoro della Magistratura non si discute. Se un percorso è stato deciso, chi ha deciso in modo legittimo di fare ricorso per verificare se l’esito del risultato elettorale non fosse viziato, in maniera altrettanto legittima deciderà se andare avanti o meno dopo aver letto le motivazioni».
Poi ha aggiunto: «Ma si può negare il diritto soggettivo di ottenere giustizia? E’ alquanto difficile giustificare altre polemiche. Non capisco, francamente, chi lo fa senza leggere i motivi della decisione di inammissibilità del ricorso.Concordo con l’avvocato Francesco Corbo e con il suo stupore nei confronti di chi pronuncia questa frase – “respinto senza appello” - e lascio agli altri, dunque, la libertà di “inerpicarsi in imbarazzanti analisi giuridiche».
La richiesta di annullamento era stata presentata, lo ricordiamo, da Vincenzo Ciampi, Arnaldo Fabio D'Alessandro, Lorenzo Ridente, Rita Sciscio, Cinzia Zeccardo, Mara Fiore, Carmela Carullo, Francesco Corbo, Stefania Guarino, Ferdinando Picariello, Maria Antonietta Gimelli, Jean Pierina D'Argenio, Donatella Buglione, Alessandro D'Archi, Gianluca Forgione e Vincenzo Spagnuolo, assistiti dagli avvocati Francesco Corbo e Rocco Felato.
L'eventuale riconteggio e riassegnazione delle schede avrebbe potuto comportare un ridisegno della “mappa consiliare”, con una eventuale maggioranza targata 5Stelle. Forse l'ultima chance per evitare la sfiducia che dovrebbe essere votata – come hanno dichiarato gli esponenti del gruppo Pd – nei primo giorni di novembre, dopo le elezioni Provinciali.