Benevento

Sabato 6 ottobre 2018. alle ore 18,00, presso il Museo Arcos di Benevento, sarà inaugurata la mostra personale di Alfred Mirashi, in arte Milot, dal titolo: “A Key for Humanity”, a cura di Ferdinando Creta e Nello Valente.

Per l’occasione sarà presente Stefano Girotti, vicedirettore di Rai Vaticano, che presenterà il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo “Noi Fratelli”, scritto in collaborazione con Giancarlo Mazzuca.

Lo comunica il Presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, il quale sottolinea il respiro internazionale di questo nuovo capitolo delle esposizioni nei Sotterranei del Museo di via Stefano Borgia, proposto dal suo Direttore artistico Ferdinando Creta, nel contesto della programmazione triennale delle attività.

La mostra “A Key for Humanity” presenta un importante insieme di opere, tra dipinti su tela, sculture e installazioni di Milot, che contraddistinguono il lavoro degli ultimi vent’anni di questo artista italo - albanese e testimoniano il continuo e fecondo dialogo tra pittura e scultura.

Il percorso espositivo di “A Key for Humanity”, ideato da Creta e Valente, ci propone un’artista aperto ai linguaggi della contemporaneità e attento all’incontro delle diverse culture, alle criticità della globalizzazione: Milot con le sue opere realizza chiavi per aprirsi al mondo, costruisce ponti verso gli altri, dove gli altri possono anche essere diversi.

Nel lavoro di Milot c’è tutto il suo vissuto. Dall’incontro di due culture vicine e pur tuttavia distanti, quella albanese, la sua terra di origine, e quella italiana, la terra che l’ha accolto e fatto crescere anche artisticamente, nasce il suo cammino nell’arte.

Alfred Mirashi ha scelto Milot, nome della frazione di Kurbin, città nel centro-nord dell’Albania dove nacque, come nome d’arte per segnare le sue origini e dichiarare il forte legame con la sua infanzia, dove ha vissuto fino all’età di vent’anni e dove ha forgiato il carattere e la spiccata sensibilità artistica.

Alfred è un’artista esploratore, curioso, che indaga nel profondo il suo mondo, una sorta di un nuovo Ulisse che, pur imbattendosi nel quotidiano con fenomeni culturali e sociali ricchi di contraddizioni, va alla continua ricerca della conoscenza.

Negli ultimi lavori di Milot la chiave è ormai il simbolo ricorrente, è strumento per aprire i cuori alla conoscenza e alla diversità, non più oggetto del quotidiano, ma distorta, piegate, curve, inutilizzabili e pertanto non più strumento di chiusura. Negli ultimi lavori di Milot la chiave è ormai simbolo ricorrente, metafora di apertura, in tutte le sue varianti, distorta, piegata, curva rappresenta lo strumento per aprire e non chiudere alla conoscenza e alla diversità.

Nell’esposizione beneventana in Arcos gran parte delle opere in mostra hanno proprio la chiave come soggetto principale, da qui il titolo della mostra.

Lo scorso anno Alfred Mirashi, nel donare una scultura monumentale, oltre 20 metri di altezza, denominata “La Chiave di Milot”, al comune di Cervinara, il centro caudino che lo ospitò nel 1991 quando fu costretto a lasciare l’Albania, sostenne: “Io voglio, o meglio, noi vogliamo una società senza chiavi. La chiave di Cervinara è una chiave “INUTILE” è un emblema della società contemporanea. Bisogna avere il coraggio di aprirsi alle nuove idee, alle diverse culture, com’è stato aperto e ospitale con me questo piccolo paese, quando sono arrivato qua nel 1991. Grazie anche a quelle esperienze, oggi posso affermare di sentirmi un artista e un uomo più maturo; ho capito che le diversità del mondo sono una risorsa e non un limite.”

Questo gesto di riconoscenza non è passato inosservato e la storia di Milot, profugo ospitato e integrato in Campania e poi artista di respiro internazionale, è stato oggetto di un forte interesse mediatico in Italia e all’estero, dove le testate giornalistiche e televisive più importanti ne hanno data ampia risonanza.

Redazione Bn