Baiano

E' stato il circolo “L'Incontro” di Baiano la location nella quale l’altra sera si è tenuto il pubblico convegno sulla tematica “Quale futuro per l'acquedotto intercomunale di Baiano, Avella e Sperone?”. Al dibattito hanno preso parte il Commissario dell'ATO Giovanni Colucci, l'onorevole Pietro Foglia e i sindaci Enrico Montanaro e Raffaele Colucci. A coordinare i lavori il professor Gianni Amodeo. Come si accennava, si è discusso dell'attuazione delle disposizioni normative con cui è stata ridisegnata la mappa regionale degli Ambiti Territoriali Ottimali secondo le direttive europee. I sindaci di Baiano e Sperone, nelle scorse settimane, avevano espresso non poche perplessità rispetto alle nuove modalità di gestione del servizio idrico. «Le comprendo anche perché tali dubbi sono dettati dal rischio del passaggio ad un eventuale Ente Gestore che possa far lievitare le tariffe che al momento, invece, restano contenute e basse grazie alla gestione ddrica in economia», spiega il presidente Colucci che nel corso del dibattito dell’altra sera ha illustrato quelle che possono essere le possibilità dopo l'eventuale approvazione della legge regionale inerente alla gestione e degli ATO in Campania. «Si cercherà un equilibrio che nasca dal rapporto tra il numero dei comuni inseriti in una determinata area e la superficie di cui lo stesso Alto Calore si occupa. Naturalmente – aggiunge Colucci – tutti questi movimenti e queste eventuali modifiche non dovranno portare a costi di gestioni a livello regionale, altrimenti si finirebbe col caricare una determinata area o ATO per responsabilità di cui fino a quel momento non ne era stata responsabile». Attualmente, in attesa, delle possibili modifiche derivanti dall'approvazione della legge regionale, sono ben 195 i comuni appartenenti all'Alto Calore Irpino e diventeranno 172 all'indomani della riforma. Al riguardo il Commissario dell'ATO Irpino ha tenuto a sottolineare che «sono 23 i comuni che dovrebbero passare all'area metropolitana con l'approvazione della legge. Tra questi ci sono anche i comuni del mandamento baianese. Non sono ancora chiari i parametri di questa scelta ma di certo non dipende da noi, ma solo ed esclusivamente dalle Istituzioni che stanno in altro». Dunque, il rischio Gori incombe sulla Bassa Irpinia. Ovviamente, l’eventuale passaggio dovrà essere discusso anche dai singoli comuni. «Il passaggio alle quattro macro aree porterà fondamentalmente anche alla diminuzione del potere dei singoli comuni. Ognuno di loro, infatti, potrà avere solo il compito di consigliere al cospetto dei problemi e della soluzione della gestione idrica. I compiti decisionali, infatti, saranno tutti concentrati nelle mani della Regione», spiega Colucci. Naturalmente a prescindere da quelle che possano essere le decisioni prese all'indomani dell'ufficialità della legge regionale inerente ai servizi della gestione idrica, restano in primo piano le perplessità dei sindaci mandamentali, impauriti da improvvise accelerate economiche da far gravare sui propri cittadini. Saranno quindi quattro le macro aree che verranno interessate da ogni ATO. Inoltre, al fine di garantire la piena partecipazione degli enti territoriali, per ciascuna area è istituita un’assemblea locale che aggregherà i sindaci dei comuni e delle città metropolitane ricadenti nel territorio dell'articolazione stessa. L'appartenenza di ciascun comune o città metropolitana alla corrispondente articolazione territoriale è obbligatoria, il che implicherà non poche questioni da qui all'approvazione della legge regionale. Concludendo il Commissario dell'ATO Irpino Colucci ha aggiunto: «I sindaci hiedono una proroga per gli emendamenti alla proposta di legge, abbiamo deciso di rivederci il 10 gennaio per cercare di capire al meglio la questione e in che modo affrontarla».