Avellino

 

di Andrea Fantucchio 

Burbero e violento. Questo il profilo che emerge dalle dichiarazioni rese ai carabinieri dall'ex moglie e dalla figlia di Luigi Bellizzi, il 71enne accusato dell'omicidio della sorella, Giuseppina, e del tentato omicidio del fratello minore. Fra i testimoni ascoltati dai militari di Avellino, guidati dal luogotenente Bruno Ronca, ci sono le due donne che hanno rappresentato la famiglia di Bellizzi fino al divorzio di qualche anno fa. Il 71enne risulta comunque incensurato e non ci sarebbero segnalazioni di episodi relativi a violenze domestiche.

Questa mattina l'indagato – dopo una serie di frasi sconnesse – non ha risposto alle domande del gip, Fabrizio Ciccone. E la difesa, condotta dall'avvocato Roberto Romano, valuta di chiedere una perizia psichiatrica. L'uomo è in forte stato confusionale e dice di non ricordare nulla di quella tragica mattina quando, arrestato dai carabinieri, ha confessato di aver ucciso la sorella.

I vicini raccontano che spesso il 71enne tornava a casa da Giuseppina. A volte li avevano sentiti litigare. Il fratello minore ha descritto invece proprio la mattina dell'omicidio. Secondo la sua deposizione Luigi lo ha attirato a casa della sorella dicendogli che Giuseppina stava male. Poi, nella stanza, avrebbe tentato di ucciderlo con un coltello.

Profili contrastanti. Da un lato un uomo descritto come facile ad attacchi di ira, dall'altra un anziano che avrebbe agito in preda a un inspiegabile raptus omicida e che mai avrebbe dato segni che potevano far presagire quanto accaduto. La difesa, infatti, ribadisce come il 71enne sia incensurato e la necessità di assistenza medica visto il forte stato confusionale nel quale si trova. Intanto il procuratore aggiunto, Vincenzo Russo, continua a indagare sul movente. Una delle piste seguite porta a una richiesta di soldi del fratello non esaudita dalla sorella.