Pago del Vallo di Lauro

 

di Andrea Fantuchio 

Sarà il perito, Giuseppe Cristofaro, a redarre la consulenza decisiva nell'indagine sul tentato omicidio del 37enne di Pago Vallo di Lauro (Avellino), Vincenzo Grasso. Ricoverato con ferite gravissime al Moscati nella notte fra il 15 e il 16 febbraio. A ferirlo, con un colpo di pistola, è stato l'amico di sempre, il 39enne, Angelo Vitale, anche lui di Pago. L'indagato, la scorsa settimana, ha reso dichiarazioni spontanee al gup, Fabrizio Ciccone: «Sono stato io a sparare. Ma non volevo ucciderlo e neanche ferirlo: il colpo è partito per sbaglio. Litigavamo e avevamo bevuto entrambi».

Vitale ha deciso di collaborare e indicare ai carabinieri di Baiano, guidati da Gianluca Candura, il luogo dove era nascosta la pistola con la quale ha sparato a Grasso. Proprio su quella pistola calibro 7.65 verranno realizzati gli accertamenti del professore Cristofaro. Il più importante riguarda la compatibilità fra l'arma e una ogiva trovata nel giardino di casa di Grasso, dove la moglie ha soccorso il marito. E' chiaro che proprio quei test potrebbero rivelarsi decisivi per ricostruire la dinamica della vicenda già descritta da Vitale. La Procura, per la ricostruzione balistica, ha deciso di affidarsi all'ingegnere, Alessandro Lima. Toccherà invece agli avvocati Raffaele Bizzarro e Gaetano Aufiero provare a smontare alcune delle accuse a carico di Vitale nell'udienza che sarà celebrata il 9 ottobre, data indicata anche per la consegna della perizia. L'indagato ha deciso di ricorrere al rito abbreviato. La difesa, con ogni probabilità, cercherà di far cadere alcune aggravanti per ridurre l'eventuale pena. Proprio la volontà di collaborare, mostrata da Vitale, potrebbe rivelarsi fondamentale per la decisione finale del gup.

Per incastrare il 39enne sono state decisive alcune intercettazioni raccolte dagli uomini del nucleo investigativo del comando provinciale di Avellino, diretto dal capitano Quintino Russo. I carabinieri della stazione di Lauro, guidatida Francesco Savarese, tenevano comunque d'occhio l'indagato da tempo per alcune violenti liti familiari con la compagna. Mai denunciate dalla vittima.  Una delle ipotesi alla base del tentato omicidio è riconducibile all'intromissione che Grasso avrebbe avrebbe compiuto nella vita privata di Vitale, cercando di fare da paciere fra lui e la compagna.