Benevento

Quando si parla di accoglienza migranti la provincia di Benevento può essere utilizzata come caso di studio emblematico se si vogliono analizzare vizi e virtù di due modelli diversi: quello dei cas e quello degli sprar. Nel primo caso, quello dei centri di accoglienza straordinari, sono emersi in maniera prepotente i limiti di un accoglienza modello polli di batteria, coi migranti collocati in strutture spesso di (s)fortuna, senza nulla da fare e con l'unica prospettiva di scendere in strada a elemosinare, con tutti i problemi che ne derivano, in primis di contrasto sociale con la popolazione residente. Nel secondo gli Sprar, un modello che si è dimostrato virtuoso nel Sannio per la collaborazione tra la Caritas e i comuni: una rete del Welcome, ideata dalla Caritas, che ha creato inclusione, coi migranti e i cittadini spesso vicini e uniti nella vita dei paesi.


Il decreto Salvini limita molto il secondo modello, ridimensionando il programma Spar riservandolo solo a chi ha già ricevuto la protezione internazionale e ai minori non accompagnati, ed è stato per questo molto criticato.
Non fa eccezione don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento, che offre un giudizio fortemente negativo sul decreto arrivando ad un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Non lo firmi”.


Sono perfettamente d'accordo con Gino Strada – spiega don Nicola – questo sistema rompe l'unico sistema efficace di accoglienza. Cas e Cara dipendono dagli interni, gli Sprar sono sottoposti alla governance dei comuni. Questo decreto sembra che non tenga affatto in conto i migranti: sembra volto ad acuire lo scontro sociale, se i migranti sono stipati in una struttura senza far nulla, perchè nei cas e nei cara non fanno nulla, ciò alimenta la paura e il fastidio degli italiani. E così si soffia su una campagna elettorale eterna basata sulla paura. Lo Sprar invece sta dando risultati ottimi, e dal punto di vista economico viene tutto controllato dal comune, chi gestisce deve rendicontare e se i conti non si trovano poi non arrivano soldi alle cooperative”.


Non ci sono rischi concreti, per ora, per la rete dei Comuni del Welcome creata in provincia di Benevento, ma don Nicola chiede ugualmente di rivedere il decreto, appellandosi a Mattarella: “No, la Rete del Welcome non è a rischio, diventa problematica la capacità democratica del nostro paese perché non viene assicurata la protezione umanitaria, e questo non è da paese civile. Noi faremo in modo che i progetti che sono in atto continuino e vadano avanti ancora meglio, in risposta a chi denuncia un allarme immigrazione che non c'è. Anzi, nei nostri comuni piccoli e che si vanno spopolando c'è bisogno di queste persone. Confidiamo in Mattarella che come garante della Costituzione non faccia passare il decreto perché ci sono grosse lacune costituzionali”.

Cristiano Vella