Terroristi islamici in trattatica coi casalesi per le armi. E' lo scenario tracciato da un collaboratore di giustizia, ex capozona degli Schiavone. Una ricostruzione che emerge dalle motivazioni della condanna a 8 anni per Mohamed Kamel Eddine Khemiri, accusato di aver formato una cellula terroristica islamica nell'agro aversano. Le dichiarazioni del pentito ai magistrati della Dda sono state pubblicate anche da “Il Mattino”. L'uomo, che quando era al servizio degli Schiavone si occupava anche di curare i rapporti con diversi stranieri, in particolare per affari legati al traffico di vetture, ha raccontato che proprio mentre concludeva affari legati alle automobili aveva incontrato un uomo di nazionalità algerina, che gli presentò altri connazionali. Questi, dopo le auto, chesero anche armi al pentito. Tuttavia il pentito, preoccupato dalle ripercussioni che la cosa avrebbe potuto avere sul territorio, ha raccontato agli inquiranti di aver risposto picche alle richieste degli islamici, in particolare a quella di comprare cinque kalashnikov, limitando i rapporti e gli affari al traffico di automobili.
"L'Isis chiese cinque kalashnikov ai casalesi"
L'inquietante racconto di un pentito sulle richieste di armi di una cellula terroristica
Redazione Ottopagine