(effeffe) - Il copione è di quelli stanchi, come un'opera dei pupi che non fa ridere e che viene replicata più e più volte. Pure il pubblico non è quello delle grandi occasioni: per essere una Festa provinciale dell'Unità assomiglia a un arrocco di scacchista in difficoltà.
Il reggente Maurizio Martina ha fatto precedere il suo arrivo nel Sannio da un twitt al curaro contro Conte e il suo portavoce Casalino: “Le parole del portavoce del premier Casalino sono inaudite. Se Conte ha un minimo di senso delle istituzioni lo allontani immediatamente #decenza".
Il riferimento è alla minaccia che il portavoce di Palazzo Chigi avrebbe rivolto ad alcuni dirigenti ministeriali: “Obbediscano o saranno cacciati”.
E' questo che resterà della sua giornata politica. Dell'intervento di Martina a Telese non resterà nient'altro, perché è un trito e ritrito già ascoltato. Martina descrive, non va oltre i problemi, come fa con l'ultima follia che sta attraversando il suo Partito: chiuderlo e rifarlo. Il segretario liquida l'argomento come una sciocchezza, ma poi fornisce una ricetta curativa buona con i partiti del Novecento: parlare alla gente, ai territori, ripartire dai problemi reali. La visione, la strada che indica il futuro non è nelle sue corde. Non a caso alla cena per rilanciare il partito, l'ex ministro Calenda aveva chiamato come commensali Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti. Per Martina neanche uno strapuntino al tavolo della servitù.
Il Pd è vecchio. Propone arnesi politici che non funzionano più. Il governatore De Luca domani nel Sannio, accompagnato dalla Presidente del Consiglio regionale Rosetta D'Amelio, si presenta sul trenino a vapore che si è regalato per tacitare le aree interne. L'iniziativa, costosa quanto giusta, alla fine è un trucco che non dà risposte vere per il turismo: anche nei giorni migliori è frequentato da qualche decina di persone, che sfidano il deserto che circonda quei treni e i loro percorsi. Il vuoto, il nulla.
Per non parlare delle condizioni del partito a livello locale, con il massimo riferimento, Umberto Del Basso De Caro, che si propone uno e trino ma che è sempre più solo, distante da chi vorrebbe sciogliere il Pd ma anche distonico rispetto all'ultimo presidio di potere costituito dalla Regione Campania. Non è un caso che De Caro abbia fatto gli onori di casa a Martina, ma si sia ben guardato dal proporsi in scaletta con De Luca, del quale, soprattutto in tema di sanità, condivide poco o nulla. Lo svuotamento del Rummo e la vicenda del pronto soccorso di Sant'Agata de Goti (una figuraccia sulla quale De Luca preannuncia "numeri" nel suo intervento di domani) sono ferite che gridano ancora vendetta. Ma su tutto incombe il peso specifico pari a zero sul futuro politico dei Dem del Sannio: De Caro rischia di lasciare sul suolo anche la Presidenza della Provincia, ennesimo pesante rintocco che prelude a un declino irreversibile.