Capaccio

“La tutela dei monumenti archeologici non può prescindere dai paesaggi che li circondano” – è questo il messaggio portato dal Parco Archeologico di Paestum al Taihe Forum di Pechino su «Patrimoni delle antiche civiltà come paesaggi culturali: tutela ed eredità delle città antiche».

Al dibattito hanno partecipato esperti provenienti da più di dieci Paesi, tra cui Cina, Grecia, Germania, Messico, India, Iran e Siria. L’Italia è stata rappresentata, oltre che da Paestum, dal Parco Archeologico di Pompei, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dalla dott.ssa Rosanna Binacchi del Segretariato Generale del MiBAC.

Nell’incontro tenutosi nella Città proibita di Pechino, a Beijing dal 15 al 17 settembre, Gabriel Zuchtriegel - direttore del Parco Archeologico di Paestum - ha evidenziato l’importanza della tutela paesaggistica per la conservazione e la valorizzazione dei beni archeologici sottolineando che “È spesso difficile tirare una linea chiara tra le varie componenti del patrimonio culturale, per questo considero il caso di Paestum un modello. La legge 220 che protegge il paesaggio intorno ai templi risale al 1957, fu visionaria. Inoltre, oggi Paestum è inserito in un ambiente protetto più ampio, ovvero il Parco Nazionale del Cilento.”

Con la Cina il Parco Archeologico ha già nuovi progetti. Nell’ambito di un incontro di alcuni mesi fa, fu concordata una mostra su Paestum che si realizzerà in Cina nel 2019 con il titolo:Paestum – una città del Mediterraneo. Sarà la prima mostra, al di fuori dell’Europa, con materiali esclusivamente pestani: sono 130 opere tra lastre tombali, vasi e terrecotte, in gran parte provenienti dai depositi del Museo. “Un’occasione importante - secondo Zuchtriegel - per far conoscere la cultura della Magna Graecia nel mondo. Con questa iniziativa speriamo di stimolare l’interesse del pubblico cinese verso il nostro territorio così ricco di storia e cultura.”

Il 16 gennaio 2019 la prima edizione della mostra nel museo della provincia di Heibei, vicino Pechino; in totale saranno 5 le tappe che toccheranno altrettante città nell’arco di circa 18 mesi.

Intanto anche il museo della Città proibita sta valutando l’adesione al progetto. “Il direttore Shan conosce Paestum e stima il nostro lavoro di tutela e ricerca, vediamo se si riesce a portare la mostra nel sito più visitato della Cina” conclude Zuchtriegel.

S.B.