Contrada

 

di Andrea Fantucchio 

Bisognerà aspettare il 20 novembre per conoscere il futuro giudiziario del 18enne di Contrada, G.C., accusato di aver sparato al rapper, Federico Petrone, lo scorso 9 gennaio a Contrada. Questa mattina era in programma l'udienza dinanzi al gup, Paolo Cassano. I difensori di Petrone, Ettore Freda ed Edoardo Fiore, avevano chiesto che il loro assistito fosse giudicato con rito abbreviato subordinato all'audizione (ascolto) del loro consulente di parte. Scelta condivisa anche dal 18enne A.M. E dal 20enne G.S.. Il giudice ha rigettato la richiesta: l'abbreviato sarà celebrato il prossimo 20 novembre. Quando sarà vagliata anche la posizione degli altri sei imputati che hanno scelto il rito ordinario e si avviano verso un probabile rinvio a giudizio.

Oggi si sono costituiti parti civili Petrone e il fratello, difesi dall'avvocato Viviano Nobile, e tre amici dei ragazzi assistiti dal penalista, Michele Scibelli. I giovani erano tutti presenti al momento dei fatti contestati.

Le accuse ipotizzate a vario titolo sono di tentato omicidio, minacce, favoreggiamento personale e omessa custodia di armi. Fra gli imputati anche il padre di G.C. Con l'accusa proprio di non aver custodito l'arma che sarebbe stata usata dal figlio.

A coordinare le indagini è stata il sostituto procuratore, Paola Galdo, che ha delegato le indagini ai carabinieri della compagnia di Baiano, coordinati dal comandante Gianluca Candura. Al momento sono due le versioni emerse durante le indagini: Petrone ha raccontato di essere stato accerchiato da G.C. E dai suoi amici, poi il 18enne gli avrebbe puntato la pistola alla testa e fatto fuoco, ma il colpo si era inceppato. Il rapper è stato poi colpito da un secondo colpi di pistola.

Il principale imputato ha invece sempre sostenuto di aver sparato accidentalmente per difendersi da un'aggressione. Tesi sostenuta anche dal consulente di parte che gli avvocati volevano fosse sentito dal gup che però lo ha ritenuto superfluo. Versione diversa quella sostenuta dalla perizia dei consulenti della Procura, l'ingegnere Alessandro Lima e il medico legale Elena Picciocchi. I due hanno affermato che Petrone era stato sparato da distanza ravvicinata da una pistola semiautomatica Glock che apparteneva G.C.. Considerazioni che avevano spinto il gip, Antonio Sicuranza, ad accogliere le misure cautelari chieste dalla Procura.

Oltre a Fiore e Freda la difesa degli imputati è affidata agli avvocati Lorenzo Addivinola, Enrico Matarazzo, Antonio Todisco, Giuseppe Scafuro, Marina Pierro, Nello Pizza, Pasqualino Del Guercio, Rolando Iorio e Giuseppe Di Gaita.