di Simonetta Ieppariello
Dolore che si aggiunge al dolore. Vite distrutte in un click, decine, miglialia, milioni di click, che hanno dato vita al dramma di una giovanissima. A due anni di distanza dal suicidio di Tiziana Cantone, la mamma della giovane napoletana, Maria Teresa Giglio, è stata ospite di Domenica In e ha rivelato come il suo dolore sia sempre più forte: «Ci sono ancora suoi video sui siti porno, c'è ancora gente che li cerca». Parole di dolore e disperazione quelle di Maria Teresa Giglio, per sua figlia finita nel tritacarne mediatico per quei video privati, diffusi e diventati virali.
Intervistata da Mara Venier, Maria Teresa ha ripercorso le tappe di ciò che è successo alla figlia, vittima di persone senza scrupoli che hanno pubblicato sul web ben quattro filmati a sfondo sessuale che la vedevano protagonista: «Tutto è iniziato da quando lei si era messa con un uomo più grande di lei. Era una persona benestante e molto conosciuta. Un giorno mi dice di dovermi parlare e mi rivela che quei video erano stati pubblicati per vendetta da alcuni conoscenti, consigliando anche a Tiziana di cancellare gli account social. Fu l'inizio della fine». Un dramma senza fine quello di Tiziana.
Era il 13 settembre del 2016 quando Tiziana Cantone si suicidava per alcuni video privati diffusi sul web a Mugnano, in provincia di Napoli. Le immagini in pochissimo tempo sono diventate virali. Un peso insostenibile per la ragazza che si vedeva additata, riconosciuta, schernita. Lei, bella e solare, è diventata un personaggio simbolo dell'eros, senza volerlo. Oggetto di desiderio tanto da essere divorata dal meccanismo feroce del web, diventata una rete violenta di gogna e dolore.
Pagine Facebook e siti porno: il volto della 31enne compariva ovunque sul web, e alcune frasi pronunciate dalla donna nei video diventavano veri e propri tormentoni. Tormentoni che hanno afflitto Tiziana, distruggendole l'anima.
L’inferno era iniziato tra aprile e maggio del 2015, quando il primo video era stato pubblicato online e aveva registrato migliaia di visualizzazioni. Dopo essere stato registrato, quel video era stato inoltrato ad altre cinque persone, in una catena incontrollata che aveva fatto finire quelle immagini su alcuni siti porno.
Era iniziato tutto per gioco e Tiziana non ha compreso il pericolo.