Ariano Irpino

 

di Andrea Fantucchio 

Pestato da un detenuto. Il commissario Covino è stato aggredito nel suo ufficio nel carcere di Ariano Irpino (Avellino). Un episodio che allunga la striscia di episodi violenti nel penitenziario del Tricolle.

Un detenuto, trasferito ad Avellino qualche giorno fa, si è scagliato contro il comandante di turno della penitenziaria. Covino è stato costretto a ricorrere alle cure del 118. Sono in corso indagini per chiarire come il detenuto sia riuscito a raggiungere l'ufficio del commissario. E se sia stato agevolato da qualcuno. Sono sconosciute le cause che hanno spinto il carcerato ad aggredire l'agente.

A denunciare l’accaduto il Dirigente Nazionale Maurizio Russo del sindacato Osapp (Organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria): «Sono convinto che quanto accaduto oggi e prima ancora lunedì sia innanzitutto frutto della carenza di personale, i pochi agenti in servizio non possono garantire la sicurezza all’interno del penitenziario».

Una carenza di personale che ha spinto gli agenti a protestare nelle scorse settimane. E a denunciare un organico ridotto all'osso e una distribuzione di poliziotti che penalizzerebbe il penitenziario irpino. A complicare le cose anche arrivi di nuovi agenti “congelati” da tempi.

«Nei prossimi giorni – aggiunge Russo - ci recheremo presso il carcere di Ariano irpino per esprimere vicinanza ai colleghi e prendere visione di persona delle condizioni di lavoro nella consapevolezza che siamo piena emergenza».

Lunedì a essere aggredito, sempre nel carcere di Ariano Irpino, era stato uno psichiatra mentre visitava un paziente. E settimane fa gli agenti erano riusciti a intercettare dei telefonini diretti in carcere. Un detenuto voleva farli entrare facendoli nascondere nel pannolino del figlio neonato, approfittando dell'ora di colloquio con i familiari. Episodi che rappresentato la spia d'allarme di una situazione insostenibile, già esplosa settimane fa con una protesta dei detenuti che avevano preso in ostaggio degli agenti. C'è bisogno di un intervento risolutivo e alla svelta.