Benevento

di Federico Festa

Carmine Valentino, sindaco di Sant'Agata De' Goti e non casualmente segretario provinciale del Partito democratico di Benevento, chiama a raccolta i sindaci del Sannio in soccorso della sanità. Lo fa all'indomani delle proteste, proprio davanti l'ospedale di Sant'Alfonso De' Liguori di Sant'Agata che è stato accorpato al Rummo per dar vita all'azienda ospedaliera San Pio. La gente è scesa in piazza per la perdita del pronto soccorso, che ad effetto della riforma sarà declassato in un punto di prima accoglienza, dove le emergenze arrivano, vengono stabilizzate e trasferite altrove, patologie permettendo.

Valentino “chiagne e fotte”, come direbbero a Firenze. Del resto lui, ovvero la politica in generale e quella del Pd in particolare, è la rappresentazione plastica di un misto tra guasconeria, superficialità, supponenza, disorientamento.

Negli ultimi mesi, il sindaco Valentino (ma anche il segretario provinciale Valentino) si è sperticato in difesa di un nuovo e diverso assetto della sanità immaginato “in perfetta sintonia” con il governatore commissario De Luca. E fin quando si è trattato di “seguire la linea del partito” la figura dell'amministratore con quella del politico sono riuscite a coesistere.

Che tutto andava bene-madama-la-marchesa, anche a muso duro e proprio con i sindaci dubbiosi, lo aveva sostenuto il 5 aprile del 2018 (segui l'intervista) al termine di una riunione convocata, per sostenere la tesi del rischio sanitario, dalla neo senatrice Sandra Lonardo.

Valentino era in perfetto allineamento con le stelle di palazzo Santa Lucia, le stesse cui guarda con estasiato romanticismo il direttore generale dell'azienda San Pio, quel Pizzuti che al governatore-commissario pensa come a un venerabile, un beato cui, di tanto in tanto, chiedere qualche grazia.

De Luca “il verbo” lo aveva illustrato per la prima volta a Sant'Agata il 24 settembre del 2017, quando vi si era recato per l'inaugurazione del costone riqualificato. Di azienda ospedaliera San Pio, il governatore venerato aveva poi parlato nel dettaglio il 20 dicembre dello stesso anno, presso la direzione del Rummo, ospite di Renato Pizzuti, che in quell'occasione, dicono, lievitasse su un tappeto di morbidose nuvole prefiguranti anni di vacche grasse.

Lui, Pizzuti, non ha mai derogato di un passo, coerente con palazzo Santa Lucia prima che con qualsiasi altro aspetto della sanità, pazienti inclusi.

Al contrario, Carmine Valentino, nel giro di due mesi ha subito una separazione, uno sdoppiamento. Come dottor Jekyll e mister Hyde ha prima scisso il politico guascone che arringava i sindaci e poi fatto prevalere il sindaco sensibile agli “elettori” che protestano sotto l'ospedale. (GUARDA VIDEO)

Non consigliato dalla penna di Fleming, il risultato, ovviamente, è un casino, un pasticcio, una agghiacciante contraddizione, delirante detto e poi smentito.

Il 25 luglio del 2018, il Valentino segretario parla apertamente contro De Luca, passato da santo a cattivo pagatore di cambiali che il Sannio reclama, sanità compresa. Anche il consigliere regionale Mino Mortaruolo, schiacciato tra la fedeltà dovuta a palazzo Santa Lucia e la gratitudine all'ideologo di riferimento Del Basso De Caro, da quel momento ha potuto soltanto annunciare e poi mai confermare “una imminente visita di De Luca nel Sannio”.

Salvo poi venire convocato (lunedì prossimo) proprio dal commissario-governatore a Napoli, insieme a Pizzuti, per subire una “lavata di capo” in nome e per conto del disorientato segretario del Pd.

Quest'ultimo, pure lui lunedì, nei panni di mister Hyde aizzerà i sindaci per chiedere a Pizzuti di ripensare alle tappe del programma, spostando in avanti quella del polo oncologico e “rallentando” la cancellazione del pronto soccorso, la stessa che il 5 aprile, quando era dottor Jekyll, rappresentava un “inutile allarmismo”, parole sue.

Come consiglia l'Ordine dei Medici di Benevento, non lasciatevi ingannare dalle indicazioni “ospedale” andando verso Sant'Agata: se vi sentite male andate altrove.

Il Sant'Alfonso è solo un manicomio.