Avellino

 

di Andrea Fantucchio 

Sotto usura per curare il padre malato di tumore. Un trapianto che non può aspettare. Impossibile rivolgersi a banche e finanziarie, chiedono garanzie che non ho. E adesso? Vado dallo strozzino. Una storia, purtroppo come tante. Accaduta in Irpinia, nell'hinterland di Avellino (non diremo il paese per tutelare la vittima).

L'uomo è riuscito a ottenere i soldi. Il padre è stato sottoposto a un trapianto di pancreas, ma la riabilitazione non è andata come previsto. E' morto. Il figlio, distrutto, aveva anche il debito da risarcire. Le richieste dello strozzino si sono fatte pressanti. Telefonate di minaccia, quasi ogni sera quel volto minaccioso sotto casa. Fino a quando, rassegnato a essere prigionieri di quell'inferno, l'uomo ha rivisto la luce. I suoi salvatori sono i volontari dell'associazione Sos Impresa di Avellino. Imprenditori, avvocati, psicologi che aiutano, gratis, le vittime di usura. 

Ci spiega il presidente dell'associazione, Mimmo Capossela: «Quell'uomo, purtroppo, è solo una delle persone che si è rivolto alla nostra associazione e poi ha deciso di denunciare tutto. Siamo attivi dal 2010, collaboriamo con l'associazione nazionale Sos Impresa. E dal 2013 siamo stati inseriti nell'albo delle associazioni anti-racket stilata dal Ministero dell'Interno: l'unica in Irpinia ad avere questo riconoscimento».

L'anno scorso sono due le persone che, affiancate dall'associazione, hanno deciso di denunciare i propri strozzini. Numeri molto bassi che ci ricordano quanto l'usura e l'estorsione siano fenomeni striscianti e sommersi difficili da contrastare. Le vittime, oltre al dramma delle minacce, devono vincere prima la battaglia con la propria vergogna.

«Chi si rivolge a noi – conferma Mimmo – ha bisogno di un'assistenza psicologica prima di trovare il coraggio di denunciare. A queste difficoltà si aggiunge anche la burocrazia».

Il fondo dedicato alle vittime di usura raramente riesce a svolgere il proprio compito. Essere risarciti è un'impresa.

«E' colpa di una normativa troppo stringente. Parliamo proprio di quell'uomo che si è indebitato per curare il padre. Il suo strozzino è stato condannato, ma lui non ha potuto essere ristorato. La legge prevede di fare richiesta al fondo entro novanta giorni dalla denuncia, ma quell'uomo non lo sapeva. Anche perché, quando si è vittima di usura, difficilmente si possiede la lucidità per affrontare questioni come il disbrigo di montagne di carte. La nostra associazione nasce per questo. Però, se il fondo funzionasse meglio, il passaparola sarebbe preziosissimo per spingere anche altre vittime a denunciare».

Anche in Irpinia, infatti, la difficoltà più grande è mettere insieme le vittime di usura ed estorsione, dimostrando loro che possono contare su un imponente apparato offerto dalle istituzioni. Ma, spesso, il meccanismo si inceppa.

«Ci muoviamo in sinergia con le forze dell'ordine e posso dire che, in Irpinia, i carabinieri, la polizia, la finanza svolgono benissimo il loro lavoro. Ma la denuncia e l'arresto dello strozzino sono solo il primo passo. Poi c'è tutto un percorso complesso da affrontare». Una sfida che Mimmo e gli altri membri dell'associazione hanno deciso di accettare. Per rivolgersi all'associazione Sos Impresa Avellino si può chiamare il numero verde 800900767 o scrivere un messaggio alla pagina facebook dell'associazione.