Mirabella Eclano

 

di Andrea Fantucchio 

«Non dimenticarti dei soldi o saranno guai». Minacce durate mesi, fino a quando la vittima ha trovato il coraggio di denunciare il suo strozzino. E' allora che è partita l'indagine dei carabinieri della compagnia di Mirabella Eclano, guidati dal capitano Domenico Signa. Un'inchiesta che ha portato all'arresto di un 35enne di Atripalda (ora ai domiciliari) e alla denuncia di due presunti complici indagati a piede libero. Al 35enne, incensurato, sono contestati i reati di usura e tentata estorsione aggravate dallo stato di bisogno della vittima. Un piccolo commerciante del comune irpino di Mirabella Eclano (non indicheremo il settore per non renderlo identificabile) che ora ha chiuso l'attività, anche a causa delle pressanti richieste di denaro degli indagati.

La vittima ha raccontato a un amico che aveva bisogno di soldi e non poteva rivolgersi alla banca o a delle finanziarie, viste le sue condizioni economiche. E' allora che gli era stato suggerito di parlare con il 35enne di Atripalda: l'inizio del suo calvario. La cifra prestata dall'indagato, in due trance, era inferiore ai seimila euro, ma i tassi di interesse richiesti superavano il 200%. Una somma che il commerciante, già in difficoltà per far quadrare i conti dell'attività, non riusciva a reperire. Così erano iniziate le telefonate di minaccia. 

«Una volta sono venuti anche al mio negozio. Volevano aggredirmi davanti ai miei figli». Ha raccontato terrorizzata la vittima ai carabinieri.

L'indagine è stata coordinata, per competenza territoriale, dalla Procura di Benevento guidata da Aldo Policastro, affiancato dall'aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Maria Gabriella Di Lauro.

Decisive, per incastrare gli indagati, le intercettazioni raccolte dagli investigatori dell'Arma. L'episodio ha riacceso l'attenzione sul fenomeno dell'usura in Irpinia e soprattutto sulla difficoltà che, spesso, devono affrontare le vittime prima di riuscire a denunciare. Conferma il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Massimo Cagnazzo: «L'anno scorso lo sportello messo a disposizione dalla Prefettura avellinese, per assistere le vittime di usura, non ha ricevuto segnalazioni. Un dato inaccettabile. I commercianti hanno paura, a volte vergogna. Eppure basterebbe chiedere aiuto. Noi siamo qui». Per contattare l'ufficio antiracket della Prefettura di Avellino si può telefonare a questo numero 0825798406. Nei prossimi giorni l'indagato, finito ai domiciliari, comparirà dinanzi al gip per essere interrogato.