Montesarchio

Le avvisaglie iniziali erano state registrate nei primi tre mesi dell'anno; da giugno, poi, una lunga serie di episodi. Una escalation di attentati di stampo intimidatorio che hanno costellato la vita della nostra provincia e riempito gli archivi di cronaca. Bombe carta, colpi di arma da fuoco, incendi, molotov e, in qualche caircostanza, un mix micidiale degli stessi 'strumenti'.

Ordigni, fucilate e fiamme per incutere paura nei destinatari delle 'attenzioni', con l'inevitabile clima di preoccupazione alimentato nelle comunità dei centri interessati. In particolare di quelle che abitano in Valle Caudina, l'area del Sannio maggiormente interessata dalla recrudescenza dei fenomeni criminosi. Dei quali hanno fatto le spese titolari di imprese ed attività commerciali, amministratori e tecnici comunali, ma anche vittime impegnate in lavori meno visibili agli occhi dell'opinione pubblica. Montesarchio, Paolisi, Bonea, Moiano: sono alcuni dei teatri di gesti che, per fortuna, sono sfociati soltanto in danni alle cose. Anche se in qualche caso il rischio di gravi conseguenze per le persone è stato davvero molto alto, facendo temere il peggio.

Auto, vetrine e abitazioni sono finite di volta in volta nel mirino di malviventi che non hanno avuto alcuna remora nel decidere di 'recapitare' i loro avvertimenti con modalità a dir poco inquietanti. Tra deflagrazioni, colpi sparati e roghi appiccati nelle ore notturne.

E' ovviamente impossibile ricondurre ogni singola vicenda ad un'unica regia, magari presente in determinate situazioni, di certo resta l'allarme per il ricorso sempre più frequente alle armi ed agli esplosivi. Segnali inequivocabili di un attivismo criminale che continua a manifestarsi, purtroppo, con una frequenza che restituisce un panorama complessivo non dominato dalla tranquillità.

Esp