Torre del Greco

 

di Siep

"Meglio perdersi viaggiando che non partire mai": è la frase annotata sullo striscione che ha aperto la fiaccolata che si è svolta ieri sera, venerdì 24, a Torre del Greco, organizzata per ricordare Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione, i quattro amici morti nel crollo del ponte a Genova mentre si stavano recando a Barcellona. In centinaia hanno aderito all'iniziativa promossa da amici e familiari dei quattro ragazzi (tutti giovanissimi di età compresa tra i 26 ed i 29 anni). Un percorso lungo i quattro chilometri di percorso da via De Nicola fino al parcheggio Nassiriya di via Marconi passando per alcune delle strade più importanti nella vita dei giovani. Tutti riuniti in marcia, stretti in religioso silenzio, alla luce delle fiaccole. 

Durante la manifestazione è arrivato l’annuncio della realizzazione di un monumento in ricordo delle vittime: sarà la riproduzione della porzione del Ponte Morandi crollato a Genova. «Lo costruiremo all’interno del cimitero, su viale degli Aranci, non distante da dove sono sepolti i ragazzi - l’annuncio del sindaco Giovanni Palomba - Ci sarà una luce perpetua e unica per le vittime torresi». Sul monumento ci sarà la frase «Il ponte crollava ed era striato di sangue, ti ho sentito che mi chiamavi, poi sei scomparso nella polvere».

I familiari delle quattro vittime hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. A parlare l’avvocato dei genitori di Battiloro e Bertonati: «La settimana prossima sarò nuovamente a Genova, per ora il fascicolo aperto dalla procura resta contro ignoti. Occorre comprendere tante sfaccettature di questa vicenda a cominciare dalla situazione legata al segreto di Stato su un appalto pubblico come quello della concessione fatta a sua tempo a società Autostrade».Anche il cardinale Crescenzio Sepe ha voluto inviare il suo messaggio: «Queste morti gridano giustizia – ha detto il vescovo di Napoli - Colpa dei colletti bianchi, di chi ha omesso di svolgere il proprio ruolo diligentemente".

Tantissimi torresi hanno partecipato ai funerali che si sono svolti a Torre del Greco, dopo che le famiglie avevano rifiutato i funerali di Stato. In tanti anche oggi continuano a chiedere giustizia, mentre continua a risuonare il grido d’accsua del padre di Giovanni Battiloro affidato alla stampa giorni addietro: "Mio figlio è stato ammazzato, vittima di un destino beffardo ma anche di chi non ha pensato che su quel ponte potevano esserci dei figli di gente oggi disperata. Mio figlio non è morto, è stato ammazzato. Lo Stato non ha saputo tutelarlo".

Con loro la Città del Corallo piange anche Imma, la giovane madre e moglie morta nella tragedia del Pollino, solo pochi giorni dopo.

Torre del Greco dice addio a Maria Immacolata Marrazzo, avvocatessa di 43 anni uccisa dalla piena killer del Raganello in Calabria, dove era in vacanza con la famiglia. Una folla commossa, e già provata dalla morte dei quattro giovani sotto il ponte Morandi a Genova, ha gremito il sagrato della Basilica di Santa Croce ieri pomeriggio.
La bara  era coperta da una cascata di rose rosse,  e da una corona di fiori rosa inviata da Chiara e Michela, le figlie di Carmen Tammaro e Antonio Santopaolo, morti anche loro tra le gole del Pollino.

Miracolosamente la famiglia di Imma è sopravvissuta alla strage: il marito Giovanni, anche lui avvocato civilista, si è stretto forte ai figli Angela e Mario, di 12 e 10 anni.

"Questa tragedia ci ha messo, ci mette e ci metterà alla prova, sempre". È contenuto in una lettera, letta sull'altare della basilica di Santa Croce a Torre del Greco (Napoli), l'ultimo saluto del fratello Gennaro a Maria Immacolata Marrazzo. "Ai miei genitori e a Giovanni (Sarnataro, il marito) - ha aggiunto Gennaro - chiedo di trovare tutta la forza possibile per sostenere i bambini". Ha ricordato invece la passione di Imma, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Torre Annunziata, Gennaro Torrese, che ha sottolineato come "Imma avesse a cuore la famiglia e al diritto alla famiglia si fosse dedicata" aggiungendo che "se si fossero rispettate le regole, con un'allerta meteo in vigore, impedendo l'accesso degli escursionisti nelle gole del Pollino, noi oggi non saremmo stati qui. Bisogna accertare le responsabilità affinché non si pianga più in futuro per tragedie simili".