Bisaccia

L'esecutivo di governo guidato da Marcello Arminio informa il Ministero degli Interni sul caso dei profughi a Bisaccia. A chiare lettere e senza giri di parole, la giunta sottoscrive che le strutture messe a disposizione da parte del Comune non consentono ulteriore ospitalità, e che l'eventuale disponibilità dei privati non incontrerebbe il consenso del resto della comunità, "In contraddizione con i principi ispiratori della sana accoglienza, creando un riluttante mercimonio" si legge nella delibera di giunta inviata al Ministero e alla Prefettura di Avellino.

Il caso dell’arrivo inaspettato dei venticinque profughi a Bisaccia ha aperto ormai un caso provinciale. Adirato per la mancata informativa intercorsa fra gli addetti ai lavori e l’amministrazione comunale ha indotto l’esecutivo di governo cittadino guidato da Marcello Arminio a promuovere un’informativa al Ministero degli Interni. 

La giunta “respinge in modo categorico ed assoluto, esprimendo parere negativo, ad ogni eventuale decisione in merito all’invio di ulteriori immigrati da ospitare nel territorio comunale” si legge nel documento inviato ieri al Ministero e alla Prefettura di Avellino.

L’episodio verificatosi a Bisaccia nella tarda serata di martedì ha allarmato l’amministrazione, determinata a chiedere una maggiore concertazione con la Prefettura e con tutti gli addetti ai lavori. Sull’accaduto intanto, resta una grigia cappa di mistero. Scaricati al casello autostradale di Lacedonia nella tarda serata di martedì scorso, i profughi si sono avventurati lungo la strada che conduce al paese, in cerca dell’agriturismo di un privato indicato per l’accoglienza. Arrivati al casello però, il gruppo si è disperso, soltanto una minima parte è arrivato a destinazione.

Nessuno di loro parlava l’italiano e stando a quanto confermato in paese, avrebbero vagato tutta la notte in cerca di un riparo. Due sono stati accompagnati all’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, e altri due sono stati trasferiti a Serino. Degli altri non si hanno notizie e risultano dispersi. Né la locale stazione dei carabinieri, né l’amministrazione comunale cittadina erano a conoscenza dei nuovi arrivi.

A diversi giorni dall’accaduto intanto, resta in piedi l’interrogativo su chi abbia accompagnato i ragazzi, e sul perché siano stati lasciati in balìa di loro stessi al casello autostradale, a circa sei chilometri dalla meta.

“Siamo dispiaciuti che questa vicenda sia andata in questo modo” ha spiegato il sindaco Arminio ai microfoni di Ottochannel: “Bisogna scegliere se dare assistenza ai profughi o se si vuole immaginare che questa operazione sia di interesse. Con il progetto Sprar stiamo facendo il nostro meglio e in modo serio: quello che sa di avventura non ci appartiene. Siamo pronti a dare assistenza e ospitalità alle persone che sono già qui, e infatti abbiamo duplicato gli ingressi, ma forzare la mano e immaginare che altri possano arrivare diventa difficile e l’equità della distribuzione in tutti i comuni fino ad ora non è stata messa in essere” conclude.  

Elisa Forte