Per quattro anni è stata consigliere di opposizione ad Avella, impegnandosi con dedizione e correttezza in favore della sua comunità. Un impegno per la cittadinanza che è stato premiato. Vincenzo De Luca, aspirante Governatore della Regione Campania, dopo aver letto con attenzione il suo curriculum, l'ha scelta fra i candidati della sua "Campania Libera". «Una lista dove non ci sono politicanti di mestiere», puntualizza Enza Luciano.
Battaglia per le donne. Le abbiamo posto qualche domanda in occasione della conferenza stampa da lei organizzata ad Avella, presso il suo studio di avvocato, questa mattina. La Luciano ha cominciato con il raccontarsi: «Ho sempre avuto un approccio con la politica prettamente empatico, tengo a guardare i problemi della gente, a dare risposte. Certo, un po’ di sana ambizione personale c’è, fermo restando che la mia è anche una battaglia per le donne. Il nostro è un Paese gestito soprattutto dagli uomini. I posti più importanti in politica non sono ricoperti da donne. E' giunto il momento di invertire il trend, di metterci la faccia».
Sensazioni positive. Sulla campagna elettorale, che si preannuncia comunque difficoltosa poiché solo ad Avella ci sono tre candidati in campo (oltre lei, Palmieri e Alaia), la Luciano avverte comune sensazioni positive. «La gente mi accoglie bene. Mi vedono come una persona credibile. Qualcuno, addirittura, voleva che non mi candidassi. Concentrati solo su Avella, mi dicevano. Ma alle lusinghe di De Luca non ho saputo dire di no».
Giudizio su Caldoro. Le chiediamo un giudizio su chi ha rappresentato in Regione la Bassa Irpinia, e il Baianese in particolare, negli ultimi anni. La Luciano non si sottrae al quesito e con fermezza afferma: «Hanno bloccato lo sviluppo del nostro territorio. Siamo ultimi per livelli occupazionali giovanili e servizi sanitari. Hanno avuto in mano la gestione per 5 anni e ora se la prendono con la giunta Bassolino. Hanno chiuso strutture ospedaliere che oggi ci dicono di voler riaprire utilizzando fondi europei che non sono stati finora spesi. Hanno creato precarietà in ogni dove, nelle Comunità Montane, nei Consorzi di Bacino. Chi ha rappresentato in questi anni il Baianese ha lasciato dietro di sè solo macerie».
Sull'ex Parco degli Ulivi. E sempre a proposito di 'incompiute', la Luciano si mostra solidale con gli amministratori del Vallo Lauro. «E' giusta la battaglia dei sindaci del comprensorio lauretano per la riapertura dell’ex clinica Parco degli Ulivi di Moschiano. La loro è un’istanza sacrosanta. Ci sono le elezioni regionali, nel Vallo c’è un problema. E’ questo il momento giusto per chiedere alla politica un impegno concreto per il territorio».
Capitolo Città del Baianese. Una proposta che è prioritaria per l'altro candidato avellano, Pellegrino Palmieri. «L'idea mi piace, è condivisibile - spiega Enza Luciano - ma la ritengo difficilmente realizzabile. Io e l’amico Pellegrino, pur avendo avuto sempre lo stesso modo di pensare, non siamo riusciti a coordinarci bene in occasione delle candidature sulle regionali. Figuriamoci se si riesce a mettere insieme sei comuni. Purtroppo, la politica è fatta di persone. E’ questo l’ostacolo più grande».
Turismo e agricoltura. Ma quali saranno gli impegni concreti che la Luciano assume nei confronti delle cittadinanze della Bassa Irpinia? Quali potrebbero essere le prime iniziative da mettere in campo in caso di elezione? «Non ho paura a parlare di posti di lavoro. Li creeremo prendendo spunto da quanto ha già realizzato De Luca nella sua Salerno. Con le bellezze di cui è ricco il Baianese perché non favorire la creazione di bed & breakfast? E poi ci sono ettari ed ettari di terreni demaniali: affidiamoli ai giovani, incentivando l’agricoltura biologica come stanno già facendo nel Beneventano. Sono queste le cose concrete per le quali si può lavorare».
Lotta alla camorra. Infine, un passaggio sulla legalità, sull'esigenza di arginare la recrudescenza criminale nel Baianese, un territorio oramai sempre più nelle mire di nuovi e vecchi clan camorristici. «Non si può non essere preoccupati per quello che sta accadendo negli ultimi anni nel nostro territorio. Non viviamo più in un posto sicuro. La soluzione? Ci vogliono amministratori che abbiano il coraggio di fare determinate scelte, e ciò vale anche per dirigenti degli uffici comunali. Ci vuole coraggio e soprattutto bisogna dire no ai compromessi, alle richieste dei clan. Per ottenere questo risultato va da sè che c’è bisogno di un ricambio generazionale a tutti i livelli».
Rocco Fatibene