Quello dei fondi per le periferie è il classico giallo agostano. Tra attacchi e smentite, l'ultima sortita e del sindaco Clemente Mastella, che neanche le vacanze tengono lontano dalla polemica.
L'ex ministro, stretto tra Umberto Del Basso De Caro e le difese d'ufficio della senatrice Sabrina Ricciardi, tira fuori dal cilindro la terza via: un faccia a faccia tra tutti i deputati per fare chiarezza: “Intendo convocare la deputazione parlamentare di Benevento, prima della ripresa dei lavori alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica, fissata per il 10 di settembre, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità rispetto al popolo beneventano. Nei prossimi giorni comunicherò la data dell’incontro, previsto per fine agosto”.
Insomma, siamo soltanto all'inizio e questo nuovo versante di polemica politica farà scorrere inchiostro a fiumi prima di venirne a capo.
Da una parte l'ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro che, senza esitazione alcuna, ha parlato di vero e proprio scippo da parte del Governo. Per il leader del Pd sannita il Movimento 5Stelle avrebbe messo mano ad accordi già sottoscritti con il governo Gentiloni per il riparto dei fondi a favore delle periferie.
Per la senatrice 5Stelle Sabrina Ricciardi, membro dell'VIII commissione (Infrastrutture e Trasporti) è vero proprio il contrario: “Nessuno vuole togliere un solo euro a nessuno, al contrario di ciò che sostengono tanti esponenti del Pd. Le regioni hanno tempo fino al 6 settembre per arrivare a un accordo in Conferenza unificata con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rispetto alla ripartizione dei 321 milioni dedicati all’Edilizia residenziale pubblica. Però è giunta l'ora di spazzare via ogni equivoco. Il governo non vuole imporre nessuna proposta a scatola chiusa alle regioni. Però il riparto su cui queste ultime avevano trovato un’intesa preliminare, presenta criticità palesi che rimandano alle gestioni precedenti. Alcune regioni, infatti, hanno aggiornato le liste del loro fabbisogno in maniera difforme da quanto prevedeva il decreto dell’ottobre 2015, gonfiandone così l'entità a discapito delle regioni che invece avevano seguito correttamente le prescrizioni normative.