di Simonetta Ieppariello
C’è stato un prima e, ora, ci sarà un dopo. Lui è stato l’uomo della svolta, lo sanno anche i suoi detrattori. Era solo un'ipotesi, ma ora è lo stesso Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta della riforma Franceschini, a spiegare. "In ragione della legge sulla quiescenza obbligatoria per limiti di età dei dipendenti pubblici, il mio contratto con lo Stato come direttore della Reggia di Caserta cesserà con il prossimo ottobre, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza indicata. Peccato" scrive sulla sua pagina Facebook.
Il direttore, bolognese, per lungo tempo dirigente dei servizi culturali del Comune di Bologna, aveva firmato il contratto da direttore del complesso vanvitelliano ad agosto del 2015, e si era insediato a ottobre. Ma per raggiunti limiti di età lascia prima del tempo.
Dunque, come spiega lo stesso manager, non potrà completare il suo mandato come primo direttore autonomo della Reggia di Caserta, protagonista della riforma Franceschini.
«Il 31 ottobre sarà il mio ultimo giorno di lavoro - commenta Felicori. Che dire, come dicevano i latini “Dura lex sed lex”. Lascio molti progetti in sospeso. Il lavoro di rinascita del palazzo era appena iniziato. Un lavoro apprezzato da molti casertani, e questo mi lascia una grande soddisfazione, ma resta l’amarezza di non essere riuscito a completare il lavoro. Parliamoci chiaro, siamo intervenuti su un monumento che era abbandonato ormai, da venti anni. Avevo appena iniziato ad avviare la rimessa in moto di tutto. Ma, una cosa è certa, se prima in questo complesso, in città si respirava un atteggiamento di rassegnazione, oggi abbiamo invertito la tendenza: si respira fiducia. Questo mi lascia una grande soddisfazione».
Insomma, lascia la Campania una delle figure maggiormente rappresentative della rinascita culturale in regione. Una figura apicale, che ha reimpostato il modus operandi di manager direttori, impostato ed improntato al sistema, alla qualità.
Artribune, non a caso, nel gennaio 2017 lo ha indicato come miglior direttore di museo in Italia assegnandogli il «Best of 2016». Ieri, lo stesso portale, alla notizia del pensionamento che scatterà necessariamente per il direttore della Reggia di Caserta il prossimo 31 ottobre, esprime tutto il rammarico e scrive: «Nel corso del suo (breve) mandato, Felicori si è distinto in tutti i modi».
Eppure, sembra che non ci siano possibilità di proroga, anche se una richiesta in tal senso è stata lanciata dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli «per permettergli di continuare ancora per qualche mese il rilancio della Reggia che è innegabile». Troppo breve per tanti la primavera della Reggia targata Felicori.
Una cosa è certa Felicori ha trasformato la Reggia in un palazzo aperto a tante iniziative culturali. La Reggia è rinata come una fabbrica dei saperi con una particolare attenzione a tutto ciò che è ricerca, innovazione.
Ha saputo amalgamare tradizione e contemporaneità, portando nel complesso eventi che, fino a ieri, venivano reputati come impensabili per una simile location. I numeri hanno premiato l’intervento. Felicori comunque con il suo pugno duro ha saputo farsi amare dagli stessi Casertani che hanno visto crescere per numeri e incassi il Palazzo.
Chi verrà dopo di lui dovrà accollarsi un’eredità pesante.
In queste ore continuano a proliferare le attestazioni di stima per il manager. "I bilanci vanno fatti quando una esperienza si conclude ma già oggi possiamo dire, senza timore di smentita, che in tre anni Mauro Felicori ha fatto un lavoro straordinario per il rilancio della Reggia di Caserta, tornata ad essere una delle tappe irrunuciabili per i turisti che arrivano nella nostra regione". Così il presidente del Pd campano e consigliere regionale Stefano Graziano commenta l'annuncio dato dal direttore della Reggia di Caserta sulla fine anticipata dell'incarico per il limite di età imposto dalla legge Fornero ai dipendenti pubblici. "Dal 2015 ad oggi Felicori ha guidato la Reggia con strategia e visione, promuovendone l'immagine e aprendola alle iniziative del territorio. Potremmo dire che ha vinto la sua sfida anche solo guardando agli incassi e ai biglietti staccati. Sarebbe, però, a mio parere un torto al suo lavoro quotidiano per fronteggiare i tanti problemi dovuti da anni di scarsa manutenzione e per un cambio di mentalità, per il quale ci sono state e ci sono ancora tante resistenze, tra gli addetti. Del metodo Felicori apprezzo molto la costante azione di integrazione con il territorio". "Mi fa piacere - aggiunge l'esponente dem - che il manager bolognese abbia preso come impegno quello di migliorare l'esposizione della mostra Terrae Motus, chiudendo anche le illazioni, o meglio speculazioni politiche, di questi giorni circa un possibile trasferimento a Napoli". "Spero che chi sarà chiamato a guidare la Reggia di Caserta prosegua nel solco tracciato da Felicori anche perché raccoglierà una eredità importante e un percorso già tracciato da tante azioni, come ad esempio l'intervento da 20 milioni di euro per la manutenzione", conclude Graziano.