Benevento

L'ottimo lavoro svolto con le under 17 e 16 negli ultimi due anni, in cui sono arrivate due qualificazioni ai play off, hanno spinto il Benevento ad affidare la panchina della Primavera a Pasquale Bovienzo. I giallorossi si sono ritrovati lunedì mattina sul nuovo terreno di gioco dell'Avellola, dove è cominciata la preparazione in vista del prossimo campionato che partirà il 15 settembre. E' una prima fase di adattamento, così come confermato dal tecnico sannita:

“E' un lavoro che ci permette di effettuare un primo rodaggio sullo sforzo fisico che i calciatori dovranno sostenere in base al nostro modelli di gioco, oltre a delle indicazioni per quanto riguardano i principi generali di possesso, non possesso e transizione. La squadra? Abbiamo lavorato in sinergia con Palermo, Foggia e Puleo. Il gruppo dei 2001, che ho allenato negli ultimi due anni, è stato riconfermato in blocco. Sono rimasti anche quei 2000 pronti e di prospettiva. A questi bisogna aggiungere i nuovi acquisti che sono andati a rafforzare le zone del campo dove eravamo carenti. Abbiamo costruito un mix importante, sono contento di tutti. C'è anche bisogno di sfoltire, ma resta il fatto che i calciatori che attualmente compongono la rosa sono stati tutti scelti da noi perché sono idonei alla causa”.

Hanno firmato con il Benevento i centrocampisti Fall, Yacine, Balsama e l'esterno Alba: “Sono giocatori importanti – continua Bovienzo – e molto forti fisicamente. La cosa che mi ha colpito molto non è solo la prestanza fisica, ma anche la buona dote tecnica. Con le loro caratteristiche sono perfetti per i nostri principi di gioco”.

Per Bovienzo è la prima esperienza nel campionato Primavera: “Per me è un percorso da fare, una tappa per la mia carriera. Se sarò pronto lo dirà il tempo. Lavorerò con la massima tranquillità: in fondo anche nelle precedenti categorie ero un esordiente. La difficoltà di questo campionato è quella di riuscire a creare il giusto mix, dato che si mischiano l'età. Siamo certi di aver creato un gruppo importante, anche perché la base portante l'abbiamo costruita dal basso”.

Ivan Calabrese